L’industria dell’Automotive in Italia secondo l’ANFIA.

L’Anfia crede nelle possibilità di rilancio dell’industria dell’Automotive. A patto che…

19 Dec 2013 motorpad.it
L’industria dell’Automotive in Italia secondo l’ANFIA.

… a patto che si realizzino condizioni e interventi pubblici e privati che il presidente dell’ANFIA Roberto Vavassori ha riassunto nel suo intervento all’assemblea pubblica che si è tenuta ieri a Roma, alla presenza del sottosegretario di Stato del ministero dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti, con l’obiettivo di illustrare il quadro dell’andamento del settore quale si presenta alla chiusura dell’anno a livello mondiale, europeo e italiano e, in particolare, per proporre concrete azioni di rilancio  dell’industria automotive italiana, specie per quanto riguarda la competitività.

I lavori si sono aperti con il videomessaggio del presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta, che ha espresso il sostegno del Governo all’industria automotive italiana, come comparto chiave dell’economia del Paese.

Affermazione importante che non aspetta altro che di essere dimostrata con provvedimenti governativi e normativi che, in particolare, hanno trovato esempi interessanti in quanto illustrato da Manuel Valle Munoz direttore generale per l’Industria e la piccola e media impresa del ministero dell’Industria, dell’Energia e del Turismo spagnolo che hanno determinato una notevole spinta per il rilancio del mercato dell’auto spagnolo

I punti salienti –e condivisibili- della relazione di Roberto Vavassori partono dalla fotografia della situazione dell’industria mondiale dell’Automotive secondo dati sostanzialmente noti, ma che è stato utile ricordare secondo i quali l’auto continua a crescere a livello globale con particolare riferimento a Cina, USA, Brasile e Russia, mentre è in continuo declino l’Europa occidentale. Ha ricordato anche che 13 milioni di persone in Europa dipendono dall’auto, che il 75% delle merci si muove su strada e che 32 miliardi, cioè un quarto degli investimenti in R&S, sono legati all’Automotive titolare anche di 9.500 brevetti mentre l’export assomma a 90 miliardi.

Per venire alla parte propositiva Vavassori ha ricordato, e in questo ha in pratica di nuovo impegnato il Governo, che oggi la Consulta sulle problematiche dell’Automotive è una realtà e si propone come strumento pratico e funzionale per realizzare una serie di provvedimenti di politica industriale che favorisca la competitività del settore.

In concreto si richiedono:

l’abbattimento del peso e del caos burocratico/amministrativo, la riduzione del carico fiscale che oggi ammonta a 73 miliardi circa e del costo dell’energia tra i più cari d’Europa, la riconsiderazione dei vantaggi fiscali per le auto aziendali che sono invece tra i più bassi, la soppressione di quei balzelli perversi (come il superbollo) che hanno ulteriormente depresso il mercato e causato perdite al Fisco.

E’ infine indispensabile che le imprese, piccole o grandi che siano, che hanno investito in ricerca e innovazione ricevano un sostegno automatico ai loro sforzi per reggere alla competizione internazionale.

Se tutto questo troverà attuazione diventa vera e positiva la risposta alla domanda che è stata posta a tema dell’Assemblea pubblica e cioè: “in Italia si può ancora -e si deve- fare industria Automotive

     

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