Bmw Art Car Collection a Cernobbio

Le Art Car Collection in Mostra al Concorso d'Eleganza di Villa d'Este.

27 May 2015 motorpad.it
Bmw Art Car Collection a Cernobbio

Qualcuno dice che le auto da corsa sono delle vere e proprie opere d’arte. Si potrebbe dire che già le fuoriserie, quelle realizzate in esemplari unici o in piccolissimi numeri per particolari clienti e collezionisti sono di per sé un’opera d’arte, ma a Monaco negli anni settanta hanno deciso di fare qualcosa di più e di veramente originale.

Hanno creato una collezione di vetture davvero unica, parliamo delle Art Car, di cui 5 modelli sono stati portati in Italia in occasione del Concorso d’Eleganza di Villa d’Este a Cernobbio, attirando immediatamente grandi favori e diventando uno dei temi più interessanti della manifestazione.

Tutto parte quando un noto gallerista francese e gentleman driver Hervé Poulain (che avrà anche la fortuna di guidarle quasi tutte)  propone ad alcuni artisti di fama internazionale l’idea delle sculture in movimento e alla casa tedesca di partecipare con questi alla 24 ore di Le Mans. 

Le regole sono chiare per tutti. BMW si occupa della logistica e della manutenzione dell’auto. Nessuno sponsor deve essere presente sulla carrozzeria, una volta finita la carriera agonistica finiranno nel museo della casa, usciranno solo per eventi o per mostrarsi in alcune selezionate manifestazioni e soprattutto non verranno mai vendute.

Ecco così le “Rolling Sculptures”, le ART Car una collezione unica ed irrepetibile che vede le prime opere firmate da maestri come Alexander Calder, Frank Stella, Roy Lichtenstein e Andy Warhol.

La prima di questa serie è la 3.0 CSL del 1975 numero 93 disegnata da Alexander Calder che partecipa alla 24 ore di Le Mans del 1975 e si ritira alla 9° ora. Iscritta nella classe TS, le vetture Turismo, vede alla guida l’equipaggio Guichet-Posey-Poulain e questa sarà l’unica gara che disputerà. Si nota per i soli 4 colori utilizzati, rosso, giallo, bianco e blu e la firma dell’artista sul lato sinistro della vettura.

L’anno successivo tocca alla 3.0 CSL TURBO numero 41 dipinta da Frank Stella che si ispira alla carta millimetrata per creare un contatto tra l’arte e la tecnologia nascosta dalla carrozzeria e la firma è posta sullo spoiler alla fine del tetto. Iscritta sempre alla maratona francese nel gruppo 5, e affidata a due grandi esperti dell’endurance, Brian Redman e Peter Gregg anche in questo caso non vede il traguardo.

Si arriva al 1977 quando BMW iscrive a Le Mans la 320 i gruppo 5. L’autore è nientemeno che Roy Lichtenstein, uno dei maestri della Pop Art americana. Si ispira ai disegni dei fumetti che ritroviamo sulla carrozzeria con le speedlines a rappresentare la velocità, insieme al sole e alla luna sulle portiere che dettano il tempo della corsa di giorno e di notte. La firma si trova sul paraurti posteriore.

La numero 50 affidata all’equipaggio composto da Poulain-Mignot raggiunge il traguardo in nona posizione e per la prima volta una ART CAR arriva alla fine della 24 ore. Vista la concorrenza, sono gli anni del grande dominio Porsche nel mondo delle gare di durata, è da considerare un risultato più che soddisfacente.

Due anni di pausa e nel 1979 ancora una volta BMW è sulla griglia di partenza. Il palcoscenico è quello di sempre, Le Mans ma cambia la macchina. È la volta della M1 che dall’anno precedente anima il monomarca più divertente mai visto, il campionato Procar che coinvolge anche i piloti di Formula 1.

Spinta dal 6 cilindri in linea, disegnata da Giugiaro ha la carrozzeria colorata, è proprio il caso di dirlo, dal grande Andy Warhol che si impegna in prima persona a colpi di pennello per fondere i colori che si mescolano per effetto della velocità e pone il suo autografo sul retro dell'auto.

Questa volta si fa sul serio e ai due noti Poulain-Mignot la BMW affianca un giovanissimo Manfred Winkelock, uno dei piloti più veloci di quegli anni. Sarà lui il protagonista dell’incredibile sesto posto finale.

Bisogna aspettare il 2010 per rivedere a Le Mans un, altra scultura da corsa. È la M3 GT2 disegnata da Jeff Koons che definisce 20 codici Pantone che esprimono l’energia della vettura anche quando questa è ferma. La portano sul circuito i piloti Priaulx-Dirk Muller-Werner e sfortunatamente non arriverà al traguardo.

Attualmente la Art Car Collection comprende 17 auto e sono già state esposte in musei famosi come il Louvre, lo Shanghai Art Museum, il Sydney Power House, il Centre Pompidou di Parigi, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, Art Basel Miami e al MOMA di New York. La sede ufficiale è il Museo BMW che si trova accanto alla sede della casa a Monaco di Baviera.

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