Quando l’auto è femmina

Mercedes-Benz, un marchio due donne

18 Feb 2014 motorpad.it
Quando l’auto è femmina

Da domani, 19 febbraio, Milano torna ad essere protagonista della moda internazionale femminile. Inizia la Fashion Week Milano Moda Donna con le collezioni del pret-â-porter Autunno/Inverno 2014/2015.

E anche questa edizione ha come sponsor ufficiale Mercedes-Benz, con il crossover GLA, un impegno consolidato che vede già la Casa della Stella in prima fila sulle passerelle internazionali di 20 diversi Paesi nei cinque continenti.

Per dare un’idea di quanto sia “femmina” il marchio Mercedes, ecco che già a San Valentino ha voluto, una volta di più, avvicinarsi alle donne italiane invitandole a trovare la propria “anima gemella” tra la famiglia delle vetture compatte: dalla rivoluzionaria Classe A alla CLA, icona di design contemporaneo, dalla versatilità della Classe B fino alla nuova GLA, primo crossover della Stella a tre punte.

Quattro vetture con caratterizzazioni ben distinte, dunque, in grado di soddisfare perfettamente le esigenze di noi donne. Semplice ed istintivo, quindi, innamorarsi di una piuttosto che dell’altra, tanto che la coppia donne-motori è per così dire convolata “a giuste nozze” con tanto di abito da sposa, trucco, parrucco, wedding planner e set fotografico. Una serata originale che ha confermato quanto noi donne siamo fondamentali e soprattutto indipendenti nella scelta dell’automobile. Proprio come nell’organizzazione di un matrimonio.

Ma il sentimento che lega Mercedes-Benz al mondo femminile è molto forte e va ben oltre un evento o una sponsorizzazione. Nasce infatti più di 125 anni fa quando una certa Bertha Benz, donna coraggiosa e moderna, una mattina d’agosto del 1888 fece il primo leggendario viaggio a bordo di un trabiccolo a motore, una Benz Patent-Motorwagen modello III con la quale percorse 106 km in tre giorni.
Il padre era Carl Benz, l’inventore dell’automobile, da cui anche il nome del carburante.

Mercedes, invece era il nome della figlia di Emil Jellinek, console generale austriaco che grazie alla sua passione per il mondo delle gare automobilistiche volle chiamare proprio così le vetture di Stoccarda con le quali correva nei primi del ‘900. Insomma, era destino.

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