Alpine A290: la piccola belva elettrica
Da quando Renault ha ripreso il marchio Alpine per produrre vetture e non solo utilizzando il nome per caratterizzare le versioni più sportive, molti si sono appassionati non solo all’idea. La ricostruzione in chiave moderna della gloriosa Alpine A110 è riuscita a far battere il cuore anche alla generazione che non ha vissuto quegli anni gloriosi del motorsport francese. Ovviamente il confronto tra le due generazioni di vetture è un esercizio inutile: troppo differenti sotto tutti i punti di vista, però l’intento chiaro si è concentrato sul riprendere i tre capisaldi delle A110 di allora: prestazioni, leggerezza e agilità.
La nuova gamma per i prossimi anni prevede tre vetture, tra cui una crossover GT di segmento C, che, ovviamente, non ha riscontro nel passato, accanto alla versione totalmente elettrica dell’A110 che, ci auguriamo, non stravolgerà molto le linee affusolate ispirate al vincente passato. Accanto a queste, prima tra le Alpine 100% elettriche, c’è la nuova A290, compatta city car “tutto pepe” come si diceva una volta.
Abbiamo potuto toccarla con mano e vederla prima ancora della presentazione ufficiale al pubblico della 24 Ore di Le Mans. Non è un segreto che la nuova Alpine A290 nasca dal progetto della compatta elettrica R5, anche se le differenze sono parecchie.
Possiamo azzardare che la distanza tra le due vetture è più prossima a quella che c’era tra la R5 stradale e la Renault 5 Turbo a motore centrale che vinse con Ragnotti-Andrié il Rally di Monte Carlo del 1981, rispetto alla differenza che c’era tra la versione normale e la R5 Alpine e anche la successiva Alpine Turbo.
Tra analogie e differenze abbiamo volutamente citato la Renault 5 Turbo perché negli stilemi della nuova Alpine A290 abbiamo trovato molti richiami espliciti proprio a quella vincente berlinetta degli anni Ottanta: il più evidente è nei parafanghi allargati, soprattutto nella parte posteriore sotto i proiettori che, a loro volta richiamano quelli del passato.
L’aspetto “racing” con richiami all’epoca d’oro del motorsport comincia dalla firma luminosa: i complessi quattro fari quadrati con cornici e X al centro luminose, due dei quali sono sporgenti come i proiettori aggiuntivi sulle vetture da rally, non a caso Alpine li ha chiamati Monte Carlo. Inoltre, la X luminosa vuole richiamare la nastratura dei fari, generalmente proprio a X, che veniva fatta all’epoca nelle gare in pista per evitare la caduta di vetri nel caso di qualche “inevitabile” toccata: le coperture delle luci posteriori erano in plastica, mentre quelle dei fari erano ancora in vetro.
Da qualsiasi lato si guardi l’Alpine A290 si ha la sensazione di una compatta vettura saldamente attaccata al terreno: soprattutto nella vista frontale dall’impronta a terra fino al tetto la sagoma si restringe come in un trapezio a enfatizzare un’accentuata campanatura negativa. Il merito risiede nella piattaforma “AmpR Small” rafforzata da carreggiate più ampie di 60 mm - rispetto alla R5 – che conferiscono quella presenza non solo visiva voluta dal team di design sotto la direzione di Antony Villain. Le dimensioni sono molto compatte: 3,99 mt di lunghezza, 1,82 mt di larghezza, 1,52 mt di altezza, con un passo di 2, 53 mt.
Negli interni, oltre agli ormai inevitabili schermi digitali con tutte le diavolerie di configurazione per la gestione dell’infotainment, della navigazione ma anche della configurazione della vettura, spicca il volante con due elementi distintivi: a sinistra leggermente in basso, la manopola azzurra RCH (Recharge) per regolare il livello di rigenerazione della frenata; a destra, il selettore delle modalità di guida, mentre sopra alla razza destra c’è il pulsante OV (Overtake), riconoscibile per il colore rosso. Serve ad avere il 100% della potenza anche se la vettura è settata su modalità non sportive.
Ovviamente, sono marcatamente sportivi tanto la pedaliera quanto i sedili, costruiti in modo da assicurare il miglior contenimento laterale nella guida sportiva, senza compromettere il comfort. Grande attenzione anche al contenimento dei pesi in particolare proprio nell’ossatura che crea lo scheletro delle sedute. Tutti i materiali negli interni, indipendentemente dal tipo di allestimento, hanno alte percentuali di origine riciclata e non animale.
Grande cura per l’assetto e l’impianto frenante per rispondere alle prestazioni che sono più significative delle potenze assolute, a partire dall’accelerazione 0-100 km/h in 6,4 secondi, con potenza massima di 220 CV e 330 Nm su un peso complessivo di 1.479 kg. La partnership con Michelin ha permesso di creare pneumatici specifici per questo modello, anzi sono addirittura tre: Michelin Pilot Sport declinati nelle varianti EV, S5 il più sportivo e 5 l’invernale, contrassegnati dalla marcatura unica che lo identifica come pneumatico “OE” (Original Eqipment).
L’Alpine A290 offre due livelli di allestimento: GT e GTS per un totale di quattro versioni. L’entry level GT ha 180 CV e batteria da 52 kWh, caricabatteria a bordo da 11 kW, ricarica in corrente continua da 100 kW e pompa di calore. Cerchi in lega da 19’’ Iconic con Michelin Pilot Sport EV. La gamma salendo si divide in due rami: GT Premiuim e GT Performance dai nomi esplicativi, le prime più raffinate le seconde più sportive con il motore da 220 CV.
Per il lancio è prevista la serie limitata “Première Edition”, accanto alla quale sono previste tre varianti esclusive: Beta, ispirata alla showcar A290_β con contrasti di bianco e nero, La Grise, La Bleue. In totale saranno prodotte solo 1.955 unità, un numero simbolico che richiama l’anno di nascita della Marca Alpine fondata da Jean Rédélé. Saranno tutte caratterizzate dall’esclusiva livrea, alcuni equipaggiamenti supplementari e la targa “serie limitata” sulla consolle centrale.