MotoGP San Marino
Nel GP di San Marino il meteo costringe a un doppio cambio moto. Marquez vince mentre Rossi allunga nel mondiale grazie alla caduta di Lorenzo.
GP caotico quello di Misano, sul circuito intitolato a Marco Simoncelli. Dopo giorni di caldo e solleone un cambio di vento porta sul circuito un temporale che azzera quanto emerso dalle prove. Giove pluvio arbitro del motomondiale? Ci sta, così com’è evidente che Rossi ha fortuna e furbizia mentre Lorenzo se tutto non gira per il verso giusto paga pegno sotto forma di punti preziosi per la classifica iridata. Tra i due litiganti per la corona 2015 ne approfitta Marquez, che lesto come un furetto nei due-cambi-moto-due, riesce a trovare il momento giusto e vince in solitaria la gara che tradizionalmente infiamma tutta la Romagna.
La pioggia intermittente serve a Rossi per diminuire il gap con Lorenzo e Marquez, sull’asciutto è di 2 decimi, ma ribadisce che il maiorchino è allergico all’asfalto bagnato (dopo la clavicola rotta in Germania) mentre Marquez cerca di far vincere alla Honda più gare possibili, non avendo chance per ribadire il titolo di campione del mondo. Il piccolo n93, nonostante acuti velocistici, non riesce a mantenere il ritmo delle Yamaha per i 28 giri del GP, ma stavolta in Honda azzeccano la strategia, richiamandolo non appena una striscia d’asfalto asciutta permette il ritorno alle gomme slick e quindi di recuperare su chi era davanti, il giallo 46 leader e il blu 99 a debita distanza.
Marquez vince, ora è a 40 punti da Lorenzo e 63 da Valentino. Forse un po’ troppo lontano! Il fantino HRC s’impone davanti a due outsider, ambedue inglesi, Smith (Yamaha Tech3) 2°, che non si è mai fermato ai box e Redding, 3° con la Honda factory del team VdS, che coglie un brillante podio in una stagione cupa. Il francese Baz è 4° e completa un trio di piloti sensibili e strateghi nel “flag to flag”, indovinando il momento giusto per cambiare la moto per la seconda volta. E Rossi? E’ protagonista per 21 giri ma da leader sbaglia tattica e rimane troppo in pista con le rain perdendo 10 secondi al giro. “Stavo controllando Lorenzo - dirà nel dopo gara - che sentivo dietro di me, poi al Tramonto (una delle curve) c’era acqua in traiettoria… Ma alla fine è andata bene”, annuisce sorridendo e alludendo all’errore del compagno di squadra. Quel Lorenzo che, dopo prove e qualifiche da assoluto protagonista, esce battuto dal Santamonica (soprattutto nel morale), perché nonostante gli sforzi non riesce a tradurre in punti mondiali ogni energia spesa. Un modo di giocherellare con la fortuna, che spesso nel passato l’ha visto perdente. "Due gare di fila sfortunate - ha twittato Jorge dopo i controlli in clinica mobile - perché le circostanze erano di bagnato e anomale. A Silverstone non ho avuto fiducia, qui il passo per scaldare bene la gomma. Sono entrato in curva con le slick fredde e ho perso il posteriore. Quest'anno sono stato sfortunato in generale, ma soprattutto in queste ultime due gare, perché avrei potuto vincerle entrambe o arrivare secondo. Queste sono le corse”!
Valentino invece ha dalla sua anche la fortuna e come a Silverstone, quando il meteo gioca pesante riesce a trovare una scappatoia favorevole, capitalizzando al massimo ogni possibilità. Nonostante il macroscopico sbaglio, guadagna 11 punti su Lorenzo, che sommati ai 12 inglesi fanno 23. Quasi una vittoria (25), la differenza. Dopo 16 volte consecutive, non è salito sul podio, ma alla fine ha ringraziato gli oltre 90.000 del popolo giallo, accorso per sostenerlo e fare una composta e spettacolare scenografia. Un ringraziamento che odora di prospettiva mondiale, perché con ancora 5 gare, 23 punti di vantaggio sono un solido margine da gestire, soprattutto se l’avversario non è fedele sposo della dea bendata. Rossi però non è pilota che gioca in difesa, anche se nei w-end agonistici sembra più un diesel rispetto al rivale, decisamente “razzo” nel trovare messa a punto e soluzioni ottimali per la sua M1, sia per il giro veloce sia per il passo.
Ancora applausi per Petrucci, che con la Ducati “old” riesce a chiudere davanti a Iannone e Dovizioso, gli “ufficiali” sulla moto emiliana, dimostrando di avere cuore e cervello, qualità che spesso sono un viatico per i posti alti delle classifiche. A fine GP Agostini dichiara che il titolo è di Rossi all’80%. Forse sarà così, come forse la caduta di Lorenzo è la svolta del 2015. A Misano dopo la pioggia è ricomparso il sole e con esso un arcobaleno iridato. Un chiaro segnale?