Autostrada Salerno-Reggio Calabria
Inaugurazione ufficiale, ma i lavori sono davvero finiti?
Era il 22 di febbraio e Matteo Renzi, lontanissimo anni luce dalla valanga di "NO" che l'ha sfrattato da Palazzo Chigi, davanti ad una platea di giornalisti della stampa estera prendeva un impegno tanto serio da metterci la faccia e soprattutto una data: il 22 dicembre.
Per quella data sarebbe arrivato il tanto sospirato giorno del "fine lavori” e conseguente inaugurazione ufficiale dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Ricordiamo tutti la risata che ne seguì, scortese e apertamente maleducata, anche se certe inveterate abitudini italiane per quanto riguarda in particolare i grandi lavori pubblici e relative infiltrazioni della malavita organizzata autorizzavano, purtroppo, questo ed altro.
Noi della Compagnia dell'Automobile non ridemmo. Ci limitammo, anche noi, a prendere un impegno scritto, e cioè a consegnare pubblicamente e direttamente nelle mani del nostro Presidente del Consiglio un grande e riconoscete panettone natalizio al verificarsi dell'auspicato "happy end".
E siamo a ieri, a quattro giorni da Natale.
La scena che si è presenta è questa. Un pullman seguito da una colonna di auto percorre la SA-RC in direzione di Reggio con a bordo il ministro delle infrastruttore Graziano Delrio e il presidente dell'ANAS Gianni Vittorio Armani più un gruppo di giornalisti, forse gli stessi del 22 febbraio più altri.
Vanno alla cerimonia per il "Fine Lavori" e relativa inaugurazione ufficiale della SA-RC che, per l'occasione assume il nome ben più consono all'evento di A2-Autostrada del Mediterraneo.
Gentiloni, nuovo premier, fa egregiamente la parte che Renzi avrebbe volentieri riservato per sé.
A noi tocca correre a prenotare il panettone e da italiani e automobilisti siamo lieti di farlo, ma... ma arrivano i primi lanci di Agenzia e se tutti concordano che, effettivamente, tutta l'autostrada è percorribile più velocemente e con più accettabili livelli di sicurezza complessiva, i lavori sono tutt'altro che finiti. A cominciare da quelli che fanno parte di un bando da 20 milioni per opere di sicurezza da terminare entro il 2020 che, se abbiamo capito bene riguardano 58 km per i quali sono necessari “interventi per il rifacimento profondo della pavimentazione, risanamento dei viadotti, posa in opera di nuove barriere di sicurezza, nuovi impianti di illuminazione e tecnologia , nuova segnaletica”
E allora che inaugurazione ufficiale è? Ma non è tutto. Come riferisce il Foglio e ammette lo stesso comunicato ANAS ci sono da fare interventi di manutenzione sui 10 km del tratto Campo Calabro e lo svincolo per Reggio Calabria/Santa Caterina e la gara è ancora in corso.
Ancora più severo il giudizio de Il Fatto Quotidiano che titola addirittura: “L’inaugurazione farsa tra lavori in corso, viadotti sequestrati e lotti scomparsi” parlando ancora di corsie uniche, di tre lotti fatti sparire dal piano di ammodernamento, gallerie senza illuminazione e del viadotto sul fiume Mesima tra Rosarno e Mileto sequestrato dalla Procura di Vibo Valentia. Gli fa eco il sindacalista della Fillea-CGIL che afferma “… io non parlerei proprio di inaugurazione”.
In compenso traboccano di ottimismo e di non poca retorica alcune dichiarazioni ufficiali là dove si parla di una Salerno-Reggio Calabria quasi pronta a accogliere auto a guida autonoma ignorando che per veicoli di questo tipo in Italia ancora non è cominciata la sperimentazione su strada (forse anche perché non risulta che ne circoli una sola), di sistemi di informazione e interconnessione tra auto di là da venire.
A questo punto la storia del panettone come finisce? Finisce che abbiamo già riconosciuto che qualcosa si è mosso, che temiamo fortemente che l’autostrada a tre corsie, sicura, telematica, sulla quale viaggiare ammirando il paesaggio invece di impugnare il volante e dialogando con altre auto resta, seriamente, nel libro dei sogni e che ancora c’è non poco da fare prima di pensare, altrettanto seriamente, ad una “Inaugurazione ufficiale” nel senso compiuto dei termini.
Quindi niente panettone. Al massimo, se ci fanno entrare, lasciamo, come si fa molto simpaticamente a Napoli, “un caffè pagato” più brioche, anzi quattro, uno per Renzi, uno per Gentiloni, uno per il ministro Delrio e uno per il presidente dell’Anas Armani, alla buvette del Parlamento.