Dieselgate, test su scimmie e cavie umane realizzati da una società finanziata da Volkswagen, Daimler e BMW
Non smette di provocare devastanti scandali la brutta storia del Dieselgate e relativa alle emissioni truccate da Volkswagen sui propri motori diesel. A corollario di questa storiaccia ancora aperta con circa 60.000 clienti europei che sarebbero pronti a trascinare il Gruppo di Wolfsburg davanti all’alta Corte di Londra per una colossale “class action” di risarcimento, scoppia lo scandalo dei test effettuati dalla Società EUGT finanziata da Volkswagen, Daimler e BMW con lo scopo dichiarato di studiare gli effetti degli scarichi dei motori diesel sulla salute dei lavoratori delle fabbriche e del settore trasporti.
Il caso ha preso avvio da una inchiesta del New York Times ripresa in Germania da Bild Zeitung riguardante test condotti nel 2014 in un laboratorio di Albuquerque nel New Messico su un gruppo di scimmie chiuse in una gabbia di vetro alle quali è stato fatto respirare per quattro ore il diossido di azoto NO2 emesso da un Maggiolino VW. A questa prima denuncia è seguita in Germania quella dei giornali Süddeutsche Zeitung e Stuttgarter Zeitung con la rivelazione che un trattamento analogo è stato applicato nel 2015 anche ad un gruppo di cavie umane volontarie, 19 uomini e 6 donne, in un laboratorio dell’Università di Aquisgrana. Secondo le interessate dichiarazioni rilasciate le scimmie sarebbero sopravvissute e le cavie umane non avrebbero manifestato danni. Le reazioni sdegnate contro simili metodologie di ricerca sono state immediate, da parte dell’opinione pubblica, della Scienza ufficiale ed anche del mondo politico tedesco che, per la prima volta, sembra schierarsi su posizioni decisamente critiche verso la propria industria automobilistica. Netta infatti la dichiarazione di Angela Merkel resa attraverso il portavoce Sieberr: “ …i test sulle scimmie e ancor più su esseri umani sono ingiustificabili sul piano etico, sollevano critiche su chi li ha disposti e la rabbia delle persone è del tutto comprensibile”. Ancora più duro l’intervento del seguitissimo Der Spieghel: “Cosa pensa di potersi ancora permettere la Volkswagen e quando imparerà qualcosa?”.
Posizione del tutto condivisibile e che insieme alle altre contestazioni ha portato Volkswagen a scusarsi ufficialmente per la situazione creatasi. Sembra diversa la linea di BMW e Daimler che prendono le distanze da VW dichiarando di non aver avuto alcuna responsabilità circa le modalità e la qualità dei test. Chi decideva allora? Certo è che una carenza di controlli appare evidente.
Così come pare abbastanza legittimo il sospetto che i test in questione siano stati in realtà realizzati per confutare con qualche supporto scientifico le accuse sugli effetti perversi per la salute delle emissioni dei motori diesel. Specie se come ha dimostrato il Dieselgate, qualcuno i valori li truccava.
Ora si annunciano da ogni parte indagini approfondite e severe punizioni per i responsabili. Che aspettiamo fiduciosi.
Tra le ricadute negative di questo stato di cose non vanno infine sottovalutate quelle relative a tutta l’industria automobilistica tedesca, all’Automotive in generale e, in definitiva, all’immagine della Germania nel mondo.