Gli ottanta anni della Topolino
La Topolino compie 80 anni e li celebra - doverosamente - a Torino.
Con la “500” nata nel 1936 inizia in Fiat l’era della grande produzione di serie, di quelle utilitarie che realmente danno inizio al fenomeno sociale della motorizzazione di massa consentita anche da un prezzo - 8.900 lire - accessibile ad una fascia di clientela che fino ad allora restava esclusa dalla possibilità di acquistare un’automobile.
I prezzi Fiat più abbordabili di allora erano infatti quelli della Balilla 4 marce, 11.250 lire per la due porte e 1.000 lire in più per la 4 porte e volavano a 21.500 lire per la 1500.
Il nome che si impose subito a furor di popolo fu quello che è rimasto nella memoria di tutti: Topolino, che anche Paolo Conte celebrerà nella straordinaria per capacità rievocativa “… Topolino amaranto che va che è un incanto, nel ’46”.
Per inciso, e se è permesso un ricordo personale, fu anche l’anno che il babbo arrivò trionfante a casa a bordo della nostra prima auto, la Topolino che aveva comprato senza dirci niente, per farci una sorpresa. E i vicini ci guardarono con ammirazione mista ad un po’ d’invidia. Anche noi fratelli capimmo, sia pure confusamente, che qualcosa nella nostra vita sarebbe cambiato.
Anche per questo farò di tutto per essere a Torino in uno dei giorni destinati alle celebrazioni. Magari domani, quando oltre duecento esemplari saliranno sul tetto del Lingotto arrampicandosi, sicuramente senza sforzo, su quel capolavoro di ingegneria che porta sulla pista del tetto dell’impianto. Saranno guidate proprio dall’esemplare appartenuto a chi la Topolino ha progettato, il grande Dante Giacosa.
Poi la carovana sfilerà per Torino e nei giorni successivi arriverà a Stupinigi, al Castello di Racconigi, a Moncalieri, e in altri luoghi simbolo della città a ricordare a tutti come questo veicoletto sia stata la miglior espressione del genio automobilistico italiano con la sua funzione storica di strumento della motorizzazione diffusa e con i contenuti tecnici, come motore, sospensioni e abitabilità in spazi ridotti, che la caratterizzavano.
Da non perdere, giovedì, anche l’intervento di Roberto Giolito sulla preziosa eredità che la Topolino ha lasciato e l’influenza che ha avuto sui modelli che l’hanno seguita.