Il colpo di sonno
Molte tragedie stradali - uscite di carreggiata, salti di corsia, frontali, investimenti alle volte del tutto inspiegabili - sono ascrivibili al colpo di sonno.
Contro palpebre pesanti, sbadigli reiterati, occhi che bruciano e poi si chiudono (in soli 2 secondi si percorrono a 130 km/h più di 70 metri senza controllo), la testa che ciondola, la mente che vaga, il piede che indugia sull’acceleratore, il freno a vuoto per ostacoli improvvisi (e inesistenti), il busto che si dimena a scatti sul sedile alla ricerca di posizioni più confortevoli, l’orizzonte sfocato o l’andatura a zigzag, sintomi spesso trascurati ma premonitori di un sonno che sta per prendere il sopravvento, aprire il finestrino o la visiera del casco, parlare, cantare, mangiare, masticare gomme o insordirsi con lo stereo sono rimedi del tutto inefficaci!
L’unico sistema valido per fronteggiare la sonnolenza alla guida (e la funesta fine del viaggio) è di fatto fermare l’auto e concedersi una sosta: non per sgranchire le gambe o bere un caffè, ma per fare un sonnellino, anche solo di pochi minuti, il tempo per dare all’organismo il momentaneo ristoro che chiede.
Senza ostinarsi a voler raggiungere ad ogni costo la meta o l’area di servizio più vicina.
Senza tentare d’imitare gli altri ritenendo d’averne la stessa resistenza.
Senza confidare (a torto) che non ci possa capitare nulla solo perché si è giovani.
Senza improvvisarsi stacanovisti del volante se non siamo avvezzi ai lunghi viaggi.
Senza stravolgere le quotidiane abitudini (e il fisiologico ritmo sonno-veglia) guidando di notte, se siamo soliti andare a letto presto la sera.
Dormendo il giusto prima di mettersi in viaggio, perché “la vita non è che un male a cui il sonno da sollievo per otto ore al giorno” (Nicolas Chamfort). Contrastando il caldo e la monotonia dei lunghi tragitti con delle pause programmate, specialmente la notte o se si viaggia da soli. Evitando partenze in ore di normale declino della vigilanza: da mezzanotte alle 6 del mattino e dalle 14 alle 17. Rinunciando a cibi indigesti, alcolici e farmaci dotati d’azione sul sistema nervoso centrale: a volte medicine d’uso comune, solo all’apparenza innocue e spesso autoprescritte.
In caso d’incidente, diversamente da quanto accade per chi si mette al volante sotto l’effetto di droghe o alcol e deve rispondere sotto il profilo penale di un’ipotesi di reato aggravato, chi cagiona un sinistro per un colpo di sonno è per legge tenuto a rispondere dell’accaduto a titolo di colpa cosciente: una sorta di responsabilità morale per condotta non voluta ma al tempo stesso evitabile.