L’aumento dei pedaggi
Come al solito con l'inizio dell'anno aumentano i pedaggi autostradali.
Ci risiamo. Puntuale e implacabile come una cambiale è scattato l’aumento dei pedaggi autostradali. Il perverso meccanismo che ogni anno concede ai concessionari dei vari tratti di essere rimborsati degli investimenti fatti per i lavori di miglioramento fatti ha colpito come al solito e poco importa se i lavori sono in corso da tempi immemorabili senza tempi certi per la fine. Si tratta in pratico di un rimborso anticipato, cioè di un finanziamento che toglie ogni rischio ad una normale impresa in concessione che non corre rischio alcuno operando anche in regime di monopolio: avete mai sentito di un’autostrada fallita o con un tracciato parallelo sullo stesso percorso?
Questo la lista degli aumenti che per ora interessano solo il 50% circa delle concessionarie in atto e presentati con un valore medio dell’1,1%, ma che, per i tratti più remunerativi, arrivano al 6,5%. Vecchio giochino. E’ il caso della Torino-Milano che ha ancora e da anni 1/3 del tragitto che tutto è tranne un’autostrada. Aumentano infatti i pericoli mancando la corsia d’emergenza e consentendo una velocità di percorrenza inferiore di molto ai 130 km/h di legge.
Si paga insomma per qualcosa che non si ottiene. Ammesso che sia legale, è giusto? La questione è da tempo sollevata dalla associazione di automobilisti e motociclisti La Compagnia dell’Automobile che intende porre il problema in modo ufficiale.
Evidente poi l’assurdità di far pagare con un 1% in più il pedaggio già elevatissimo sulla Pedemontana con tutti gli errori che hanno portato alla sua realizzazione.
Il dettaglio degli aumenti vede:
Torino–Milano 6,5 %. Clamoroso il salasso per i pendolari e gli utenti abituali, Strada dei Parchi 3,45%, Tangenziale Est Milano 2,10%, Autostrade per l’Italia 1,09%, Pedemontana 1%, Ativa (Torino) 0,03%.
Tanto per non farsi mancare niente nella sistematica rapina agli automobilisti a questi rincari si deve aggiungere quello per il Telepass (da 0,78 centesimi a 1,5 euro) per il quale non si capisce cosa sia cambiato in meglio tanto da giustificarlo.
Facciamo valere i diritti alla mobilità individuale iscrivendoci alla Compagnia dell’Automobile e seguendone le attività.
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