La Foresta dei Pali inutili, pericolosi e costosi

Una vera foresta di pali inutili, pericolosi e costosi deturpa Milano.

31 Jul 2015 motorpad.it
La Foresta dei Pali inutili, pericolosi e costosi

Ho letto con grande interesse il servizio a firma Renato Franco apparso ieri sulle pagine milanesi del Corriere della Sera dal titolo “Nuove piazze in una gabbia d'acciaio". In realtà mi aspettavo, prima o poi, un intervento del genere sul serissimo problema che viene portato all'attenzione dei lettori. Ne condivido pienamente i contenuti e porto, una volta di più, il mio contributo e quello della Compagnia dell'Automobile.

Sul problema del diluvio insensato di segnaletica stradale interveniamo infatti da tempo documentando situazioni che non riguardano soltanto le citate "nuove piazze", ma l'intero territorio cittadino.

Abbiamo da tempo segnalato e risegnalato una segnaletica che, oltre a deturpare Milano, crea confusione e distrazione, sconfina nel ridicolo e dimostra chiaramente in quale considerazione a Palazzo Marino tengono l'intelligenza dei milanesi.

Ecco, a riprova, con le immagini allegate, alcuni esempi:

- tre divieti d'accesso in DIECI METRI in via Galileo Galilei,

- quattro cartelli di pista ciclabile in 50 mt. circa in pza Carbonari che esibisce anche tre "altezze di sottopasso" in  40 mt. e un totale di 120 cartelli circa in tutta la piazza con circolazione a senso unico.

- Sono poi centinaia i "pali con su niente" che aspettano solo che qualcuno ci sbatta contro e sono migliaia quelli che sono sul punto di rovinare pericolosamente a terra.

- Sui cartelli stravaccati e abbandonati da mesi siamo infine in grado di fornire, o meglio, rifornire per l'ennesima volta un autentico campionario di schifezze.

Ne parliamo, ripeto, da qualche anno con risultati mortificanti e viene da chiedersi anche che ruolo hanno, in questo disastro, i vari Consigli di Zona e i Vigili di Quartiere le cui frustrazioni, per l'inutilità delle segnalazioni che anche loro non mancano di fare, abbiamo spesso occasione di raccogliere.

Tornando alla "foresta di pali" evocata da Renato Franco ad essere sospettosi si fa peccato, come diceva Andreotti, ma forse si va vicino alla verità che, per altro, viene anche in qualche modo ipotizzata nel servizio del Corriere. E cioè: chi ci guadagna a seminare pali? Chi li fornisce e a che prezzo? E vero o no che razionalizzandone la quantità si realizzerebbero grossi risparmi?  C’è qualcuno che può dare risposte serie a questi interrogativi che la cittadinanza ha diritto di fare e che la Compagnia dell’Automobile pone ufficialmente?

Se ricordo bene già uno studio del Politecnico, vecchio di qualche anno, denunciava la inutile e costosa sovrabbondanza della segnaletica milanese e di sicuro in molte altre città la situazione non è troppo dissimile. 

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