Le Alleanze
FCA-GM: un matrimonio che s’ha da fare.
Per Marchionne quello tra FCA e GM è un matrimonio che s’ha da fare, ma la Signora Mary Barra (la “fidanzata corteggiata”) Presidente di GM non ci sta.
Fuori dallo scherzo gli accordi tra costruttori per progetti parziali o per veri accordi strategici, come l’Alleanza Renault-Nissan, sono una lunga e solitamente efficace realtà che non pochi problemi continua a risolvere per i contraenti.
Torna, con la perseveranza e pragmatismo che contraddistinguono i suoi programmi strategici di ampio respiro e impegno, Sergio Marchionne che continua il “corteggiamento” a GM sulla base di una logica inoppugnabile secondo cui “…una trattativa può essere rifiutata, ma va almeno discussa”.
Tutto questo sostenuto da grande concretezza, frutto di una rigorosa analisi della situazione dell’industria automobilistica mondiale che ha assoluto bisogno di crescita e consolidamento.
E allora perché, si domanda, non esplorare a fondo un piano che può far crescere gli utili fino a 30 miliardi di dollari?
Perché, risponde GM, che in verità nella sua storia di acquisizioni e partecipazioni (anche con Fiat) ne ha bucate non poche, “il nostro piano di sviluppo è meglio e diverso”.
Cosa ovviamente più che possibile, ma che conferma l’assunto: l’unione fa la forza.
Per essere più chiaro Marchionne ha illustrato il suo in una recente convention trionfale con 7.000 concessionari di tutto il mondo convenuti a Las Vegas e ha messo sul tavolo:
- 8 nuovi modelli anche con tecnologia ibrida ed elettrica nei prossimi due anni.
- nessuna riorganizzazione delle reti di vendita/assistenza.
- nessuna riduzione della forza lavoro, anzi
- il rilancio dell’Alfa Romeo con la presentazione della nuova Giulia berlina e suv e la Fiat 124 Spider progettata con Mazda e una serie di modelli Jeep, Chrysler e Dodge.
Un piano che non a caso ha trovato l’approvazione di un manager del calibro di Bob Lutz che è stato vice presidente di GM e Ceo di Chrysler.
Per dire del tipo, lo ricordiamo quando per dimostrare le qualità di una Jeep entrò al Salone di Detroit salendo le scale d'accesso ai padiglioni e sfondando le vetrate.
Ci credono anche gli ambienti finanziari internazionali e l’azionariato di FCA (e di GM) al quale archionne non esiterebbe a rivolgersi.
Fossi in condizioni qualche Euro ce lo investirei anch’io.
Intanto, giusto i minuti che gli restano liberi di notte, per Marchionne circola la voce che presto non sarà solo Presidente della Ferrari, ma anche Consigliere Delegato e anche questo di certo avrà il suo peso.
Tutto sarà più chiaro probabilmente a Francoforte.
In questo movimento mondiale di fusioni e accordi c’è anche un’eccezione che conferma la regola. Quella del divorzio Volkswagen-Suzuki con l’orgogliosa casa giapponese, specie nella persona del suo anziano presidente Osamu Suzuki, che rientra in possesso del 20% circa di azioni detenute dal gruppo tedesco.
La contesa era nata per la libera scelta di Suzuki di adottare i motori diesel Fiat invece dei Volkswagen per i loro mini crossover.
Marcello Pirovano