Le misure antismog
La situazione dopo l’incontro a Roma tra Governo, Regioni e Comuni e il “forte invito” a coordinarsi.
L’incontro a Roma tra Governo, Regioni e Comuni sull’emergenza smog oltre al deludente “forte invito” del Ministro Galletti a coordinarsi sui provvedimenti da adottare, poco o niente ha stabilito su chi abbia titolo e responsabilità di decidere misure valide su tutto il territorio interessato, (per non dire dei controlli) dato che lo smog, come pensano certi sindaci ed assessori, non è rinchiudibile entro il perimetro di una singola città o area.
Parlando di coordinamento nei giorni critici è incredibile registrare che su 134 comuni dell’area metropolitana solo 14! - ripetiamo 14 - si siano adeguati. Ne esce quindi una situazione che, alla prima messa alla prova, ha mostrato tutta la sua debolezza e rimesso in forte dubbio l’efficacia dei provvedimenti.
Quanto agli investimenti necessari, cosa si pensa di fare con l’elemosina di 12 milioni di euro messi sul piatto dal Ministro contro i 2 miliardi in 5 anni richiesti dal Presidente della Lombardia? Tanti problemi quindi e tanti interrogativi.
Come l’atteggiamento delle varie Amministrazioni locali sul problema del blocco del traffico, con Napoli che ha adottato quello totale per qualche giorno, Milano quello di alcune ora al giorno e Roma quello delle targhe alterne. E’ questo il coordinamento?
Idem per il divieto della circolazione dei veicoli Diesel Euro 3: chi lo vuole dopo 7 giorni, chi dopo 12 come a Milano e chi, come in Emilia Romagna, per tutto l’inverno. Quale la regola da rispettare?
Quanto all’efficacia degli interventi alcuni hanno già sollevato dubbi o dato dimostrazione della loro inutilità. Ad esempio:
- I 30 km/h in tutta la città. Il commento generale più benevolo anche da parte dei tecnici è: “una misura controproducente”. Per muoversi a lungo a 30 km/h occorrono motori capaci di reggere gli alti regimi di rotazione richiesti per tutto il tempo necessario dalle marce basse che vengono impiegate con i relativi consumi ed emissioni molto alti. Un conto sono alcune zone di particolare valore e interesse e un altro è la città intera paralizzata dal provvedimento. Qualcuno ha pensato agli incidenti e agli ingorghi, alle multe ed alle contestazioni?
Nella circolazione urbana è invece tutt’altro che trascurabile il contributo, stimabile al 5%, che può venite venire dallo Start&Stop, sicuramente da consigliare e diffondere con l’aiuto dei Costruttori, per altro già fortemente impegnati su questa tecnologia.
- Svecchiamento del parco circolante. Quello italiano è tra i più vecchi d’Europa e il suo svecchiamento è la misura più utile da adottare anche per i benefici effetti sulla sicurezza. Il Governo deve però decidersi a varare una vera politica dei trasporti e incentivi che hanno funzionato benissimo altrove e il finanziamento si recupera con l’incremento dell’IVA da parte del Fisco.
L’intervento è addirittura urgente per il trasporto pubblico che versa in condizioni disastrose per efficacia e qualità dei servizi.
Dov’è la logica di quanto succede a Monza Brianza dove i tagli governativi hanno portato alla soppressione di 228 corse al giorno su 40 linee per un totale di 60.000 utenti? Con cosa saranno costretti muoversi i pendolari che se ne servivano? Andranno tutti in bicicletta?
Va, per contro, incentivata al massimo l’auto elettrica con le relative reti di ricarica e bisogna renderla obbligatoria per il car sharing altrimenti serve solo ai Comuni per fare cassa. Aiuti meritano anche le auto ibride e quelle che usano carburanti più puliti come GPL e metano.
- Riduzione del riscaldamento. E’ un provvedimento molto utile. Pone però seri problemi di controllo sugli indispensabili comportamenti virtuosi che tutti dovrebbero tenere e sulla puntuale messa a norma delle caldaie che ancora non lo sono. Si calcola siano, specie negli immobili obsoleti e in quelli abitati da cittadini in difficoltà economiche, almeno 3 su 7.
- Efficienza energetica. E’ un importante capitolo del problema. Coinvolge tanto l’industria quanto gli usi domestici se è vero, come è vero, che il 50% dell’energia prodotta va dispersa. Le industrie ci stanno in genere molto attente. L’amministrazione pubblica, con casi di clamorosi sprechi, un po’ meno. E anche nelle nostre case si può fare di meglio.
- Camini, stufe e pizzerie a legna. Dove costituiscono i soli mezzi di riscaldamento, i primi due casi non hanno alternative; per le pizzerie qualcuno ha fatto il calcolo di quante dovrebbero chiudere o duplicare i forni magari con costosi lavori e aumentando la bolletta elettrica?
- Autostrade e tangenziali. E’ una soluzione semplice e condivisibile quella di ridurre a 120 km/h la velocità in autostrada e a 90 quella sulle tangenziali. Bastano i normali pannelli luminosi da attivare quando serve. Un po’ più di polizia stradale darebbe una grossa mano al nostro ottimismo.
Poi si discuterà come vipere per 10 km in più o in meno.
A commento delle misure antismog le parole incentivo e finanziamento ricorrono inevitabilmente molto spesso. Accertàti però gli oltre 4 miliardi di euro spesi per opere pubbliche inutili o che non saranno mai finite in ogni parte d’Italia è del tutto evidente che, troppo spesso non sono i soldi che mancano, ma le idee su come spenderli, le priorità di spesa e i necessari controlli mai messi in atto.