RICHIAMO FORTE DI MARCHIONNE AL GOVERNO
Importanti dichiarazioni dell'Ad Fiat nell'incontro con gli analisti.
“Impossibile fare industria in Italia”. E’ la dichiarazione netta che Sergio Marchionne ha ribadito in occasione della conference call di ieri con gli analisti quando il discorso si è spostato dall’esame dei conti del secondo trimestre alla situazione che si è determinata con la decisone della corte Costituzionale sulla rappresentanza sindacale.
La risposta dell’A.D. del Gruppo Fiat non poteva che essere coerente con quanto già espresso a caldo nel primo commento alla sentenza e, più in generale, con le posizioni più volte espresse.
L’analisi/accusa però si è fatta ancora più decisa con le precise accuse rivolte al Governo colpevolmente inattivo, finora, di non aver dato alcun seguito alle richiesta di misure strutturali di sostegno al settore, sia per la regolamentazione delle relazioni industriali, sia a tutela degli investimenti previsti per mantenere in Italia gli impianti produttivi.
“… anche se ci impegnassimo sugli investimenti sarebbe uno sforzo a vuoto; stiamo cercando di capire le conseguenze della sentenza per le nostre attività in Italia”. Il senso di queste parole è molto chiaro e denso di prospettive preoccupanti alla luce delle precisazioni che riguardano la produzione dei nuovi modelli di Alfa Romeo “…abbiamo tutte le alternative per produrre le Alfa in ogni parte del mondo”. Cosa che se avvenisse potrebbe avere riflessi anche sul “Polo del Lusso” con Maserati e gli investimenti importanti a Grugliasco e sui piani che coinvolgono Jeep.
Il confronto resta comunque aperto e, nei prossimi giorni, è confermato l’incontro con la Fiom per “....cercare soluzioni che possano garantire l'operativitá”.
Una situazione, quindi, estremamente delicata che, pur nella sua complessità, si presta a considerazioni di carattere più generale. Non si riesce infatti a capire, per quale ragione basta affacciarsi ai confini nazionali per trovare ponti d’oro, incentivi, adempimenti semplici e rapidi e tassazioni favorevoli per chi vuole fare impresa, mentre nel ns Paese tutto appare terribilmente complicato e, spesso, inquinato da posizioni preconcette e sostanzialmente ideologiche.
Quanto all’esame dei conti trimestrali vengono confermati gli obiettivi di fine anno anche se il per Chrysler si registra un rallentamento che potrebbe portare i profitti netti da 2,2 miliardi a 1,7. Di conseguenza saranno gli utili “brasiliani” e la riduzione delle perdite in Europa a portare il fatturato del Gruppo Fiat-Chrysler a 88/92 miliardi, l’utile operativo a 4/4,5 miliardi e quello netto a 1,2/1,4 miliardi.