Petrolio sotto i 30 dollari
Rischi, opportunità e contraddizioni dalla caduta del prezzo del petrolio.
La caduta del prezzo del petrolio, dai 108 dollari al barile del giugno 2014 ai 30 di questi giorni, sta creando rischi, opportunità e contaddizioni all’economia mondiale.
Esaminando le cause principali della situazione che si è venuta a creare è innegabile che la tensione politica tra due grandi produttori come Iran e Arabia Saudita, i conflitti in atto e l’incapacità dell’OPEC (l’associazione dei paesi produttori) a disciplinare le quote di estrazione hanno finito per provocare un progressivo squilibrio tra offerta e domanda di petrolio sul mercato. A peggiorare ulteriormente la situazione è intervenuta la rivoluzione tecnica che ha reso possibile, per gli Stati Uniti, l’estrazione del petrolio e gas dalle sabbie liberando il paese dalla necessità di dipendere dalle importazioni; nessun produttore ha comunque tagliato le sue estrazioni.
I rischi che la finanza mondiale denuncia riguardano le economie in crisi in molti importanti aree come Cina, Brasile, Russia, India, Sud Africa e altri paesi fortemente indebitati in dollari. Da qui si teme l’aprirsi di un nuovo periodo di recessione a livello mondiale.
Quanto alle possibili opportunità legate alla caduta rapida del prezzo del barile è chiaro che ne beneficiano gli automobilisti con il risparmio che si genera nel rifornimento alla pompa. Gli automobilisti italiani, ad esempio, hanno complessivamente risparmiato circa una decina di miliardi che hanno migliorato il nostro rapporto export-import e stimolato i consumi. Permane però un forte ritardo tra l’entità dei due ribassi e il momento in cui entrano in vigore e soprattutto non si ha traccia della sparizione di almeno qualcuna di quelle accise di scopo che gravano ancora sul prezzo della benzina nonostante che la causa che le ha provocate sia decaduto anche da decine di anni.