Peugeot torna ai grandi raid
La Casa del Leone torna alla Parigi-Dakar dove nel 1987 - 1988 -1989 ha colto tre vittorie consecutive
Non è più la Dakar che ho conosciuto e seguito in più edizioni. Abbandonati i grandi deserti africani privi di confini e di riferimenti ora si corre nei non meno insidiosi e impegnativi territori sudamericani ma a Parigi le tre vittorie consecutive, nel 1987 con Vatanen alla guida della mitica 205, nel 1988 con Kankkunen sempre con la 205 e ancora nel 1989 ancora con Vatanen ma pilotando una 405 T16 da 310 CV, sono rimaste nel cuore, e sono anche un incredibile bagaglio di emozioni e di ricordi nella mia vita di cronista.
L'ultima partecipazione di Peugeot, ad esempio, è stata anche la mia ultima presenza in un grande raid africano e due momenti mi sono subito tornati alla mente non appena Peugeot ha ufficializzato il suo ritorno in campo: il primo è come è maturata, a suo tempo, la seconda vittoria di Vatanen e poi la straordinaria occasione che ho avuto di provare proprio la 405 T16.
Vi racconto il primo episodio. 7 gennaio 1989, tappa Niamey-Gao di 641 km di cui 146 di trasferimento fino a Mengaze e 495 di prove speciali per arrivare in quella autentica anticamera dell'inferno con i suoi sconvolgenti campi profughi di Gao.
Frequelin, il terzo pilota del Leone sul quale alla partenza a Parigi puntavano principalmente, è praticamente fuori corsa e la vittoria finale è una questione privata tra Vatanen e Icks che da qualche tappa se le stanno dando di santa ragione per definire la loro personale gerarchia. Il finlandese, particolarmente aggressivo e in rimonta, prende qualche rischio di troppo e finisce in rovinoso cappottamento che potrebbe anche impedirgli di continuare. Lo salvano due concorrenti motociclisti che sopraggiungono e aiutano a rimettere la macchina sulle ruote. Vatanen riparte più furibondo di prima e addirittura vince a Gao, ma la rivalità con Icks e il modo con il quale i due conducono la corsa fin sul traguardo di tappa preoccupa Jean Todt che non può certo mettere a rischio il successo finale per Peugeot.
Decide allora, come più spesso succede da parte di un direttore sportivo, di bloccare la corsa togliendo ogni motivo di contesa tra i due galli scatenati. Ma non è un ordine calato dall'alto della sua autorità, la decisione viene affidata alla fortuna, ovvero ad una moneta da 10 franchi francesi. Non so chi scegli testa e chi croce perchè, non certo invitato alla antisportiva ma logica cerimonia, assisto in incognito messo in allarme da certi movimenti sospetti e dalle polemiche tra i due piloti subito dopo l'arrivo (tra l'altro da due direzioni opposte rispetto la linea del traguardo) ma la dea bendata favorisce Vatanen e Icks, che nelle tappe successive avrà più volte l'opportunità di riprendersi la testa della classifica si piega disciplinatamente alla "ragion di stato" facendo in pratica da scudiero di lusso al rivale fino a Dakar.
Alla conferenza stampa finale, dopo i festeggiamenti di rito, Jean Todt annuncia ufficialmente il ritiro di Peugeot e, come potrete leggere nel prossimo servizio, mi offre il secondo momento indimenticabile: provare la 405 T16. ...continua