Quando picchia il Sole
I raggi ultravioletti sono responsabili dell’abbronzatura, dell’invecchiamento della pelle e di tumori come il melanoma, una malattia aggressiva e letale che miete circa seimila vittime ogni anno in Italia.
Per difenderci da queste insidie è dunque bene coprirsi con occhiali, cappello e indumenti giusti, fatti di materiali naturali come lana e cotone. I mesi d’inizio estate, per l’effetto combinato minor ozono/massima irradiazione, sono quelli più critici. Acqua, sabbia e neve, rafforzando la capacità di rifrazione della luce, provocano a mo’ di specchio una sorta di doppia esposizione che accresce di molto i danni per la cute.
Vittime designate sono i bambini, che andrebbero sempre tenuti rigorosamente all'ombra e mai arrostiti al sole nelle ore centrali del giorno. Spellarsi è evenienza comune solo quando la pelle è troppo cotta dal sole: tintarelle prese in modo graduale, utilizzando le giuste protezioni, provocano solo esfoliazioni cutanee lente e impercettibili. L’abbronzatura da lampada non è sufficiente a proteggere la pelle dal sole rovente.
Quanto alle creme, che un italiano su due ha la cattiva abitudine di non usare, occhio a quelle con la dicitura ingannevole schermo totale, termine che genera l’errata convinzione di potersi rosolare al sole come e quanto si voglia. Bassa, media, elevata o molto elevata protezione sono parole in grado d’esprimere molto meglio le reali capacità difensive del cosmetico. Attenzione infine alle gite brevi, quelle in cui si sta erroneamente di più al sole, perché ci si vuol abbronzare prima. Il maggior numero di eritemi e di scottature si registra infatti proprio nei week-end, a volte sotto cieli nuvolosi che schermano i raggi infrarossi che riscaldano ma in modo subdolo ci ustionano, con una illusoria sensazione di fresco.