Traffico a Milano
Sì la Regione Lombardia, no il Comune di Milano.
Non è una questione solo di contrapposizione politica-ideologica, ma di buon senso. Da una parte la Regione Lombardia cerca di alleviare il peso degli oneri che gravano sugli automobilisti, dall'altro il Comune di Milano continua con misure restrittive, costose e che complicano la vita a chi lavora.
La buona notizia è quella che viene da Palazzo Lombardia dove prende corpo la decisione di applicare uno sconto del 10% sul bollo delle auto immatricolate in regione e senza distinzione alcuna di tipo di veicolo, anno di immatricolazione o peso inquinante. L'unico obbligo è la domiciliazione bancaria del pagamento.
È un primo passo verso l'abolizione totale di questa tassa che la Regione Lombardia ha in programma da tempo e sarebbe auspicabile che si generasse un (improbabile) "contagio virtuoso" agendo sulle opportune riqualificazioni delle spese.
Passando al Comune di Milano l'incontro con l'assessore al traffico Granelli con le Associazioni interessate (la Compagnia dell'Automobile, chissà perché non viene considerata tale nonostante ripetute richieste) sembra aver partorito il classico topolino.
A quanto si apprende le auto a gasolio Euro4 degli artigiani che le utilizzano per lavoro, potranno entrare in Area C - ma solo fino a ottobre 2017 - anche se immatricolate per uso privato. E le auto dei non-artigiani? Questo non è chiaro.
Sono veicoli in naturale e progressivo calo come è normale che sia e come si sta verificando per le Euro3 scese allo 0,4%. Una saggia politica di incentivi, che funziona sempre, li farebbe velocemente sparire anche con vantaggi per la sicurezza e lo svecchiamento del parco circolante.
Sembra giusto, a questo punto, che il discorso torni a riferirsi all'inquinamento e non al traffico ed è evidente che l'annunciata eliminazione di molte strisce blu (fare e disfare è sempre lavorare, dice un vecchio proverbio e naturalmente è tutto un pagare) con il relativo invito a rivolgersi ai parcheggi privati non viene considerata una spesa supplementare, anche in presenza o meno di possibili sconti.
Diventa anche più che legittima una domanda.
Qualcuno può spiegare perché le auto a metano o a GPL e così i molti modelli che lo sviluppo tecnologico rende sempre meno inquinanti devono pagare il Ticket e non le auto ibride che con la loro limitatissima autonomia in modalità solamente elettrica, riprendono a consumare carburante e quindi a "inquinare" come le altre?
Sono stati bravi, i Costruttori, a sfruttare norme di omologazioni fin troppo favorevoli e sicuramente ingannevoli per cui, per fare qualche esempio, una Golf GTE ibrida plug-in percorrerebbe fino a 66,7 km/litro o, se preferite consumerebbe 1,5 l/100 km. Ed è credibile che una Porsche 918 Hybrid da 877 CV dichiari 3,3 l/100 km, oppure che tutte le Lexus ibride contengano i consumi medi entro i 3,6 della CT e gli 8,6 l/100 km della LS e che tutte le Toyota (sempre ibride) stiano tra 3,3 e 5,1 l/100 km, SUV compresi?
Ebbene tutte queste vetture e quelle delle altre marche con modelli ibridi e ibridi plug-in, che stando ai dati di omologazione dicono di tenere l'insieme dei loro consumi medi tra l'1,5 l/100 km della citata Golf GTE e i 8,6 della Lexus LS, possono entrare in Area C senza pagare in quanto "ibride" e le auto a metano e GPL no.
A questo punto interessano poco, se davvero si ha a cuore il bene della città e della sua economia, le acrobazie verbali del nostro "coraggioso" assessore e dell'Amministrazione Comunale che, quando serve fare cassa, una volta parlano di ambiente e un'altra di traffico.
Meglio, molto meglio, sarebbe come sostengono in molti, tra cui la Compagnia dell'Automobile, pagare in rapporto ad un livello di emissioni concordato secondo il sacrosanto criterio di "chi rompe paga" che ne caso dell’auto suona "chi inquina di più, paghi di più". O no?