Vienna è la città più smart al mondo
L’ambiente urbano affronta ogni giorno il tema sempre più complesso della mobilità: essere dunque un Smart City appare imprescindibile. Ma quali sono le città che meglio rispondono a questo nuovo paradigma? Vienna è, per la seconda volta, la città più smart al mondo, seguita da Londra e dalla cittadina canadese St. Albert. A dirlo è Roland Berger nella seconda edizione dello studio «Smart City Strategy Index». Negli ultimi 2 anni è quasi raddoppiato il numero di città con una chiara strategia: da 87 nel 2017 a 153 nel 2019. Tuttavia, l’eccellenza rimane ancora per pochi: il 90% delle città esaminate non dispone di un approccio Smart City ad ampio raggio. Dall'Europa all'Asia, dai centri con meno di mezzo milione di abitanti alle megalopoli con più di 20 milioni di residenti, gli esperti della società di consulenza tedesca hanno passato al setaccio 153 città in tutto il mondo. Obiettivo: individuare le best practice da adottare come modello per lo sviluppo futuro in chiave Smart City.
Con un totale di 74 punti su 100 disponibili, Vienna precede Londra che segue a una sola lunghezza. Il punteggio è calcolato sull’analisi di due indicatori: il grado di implementazione delle tecnologie Smart City in sei macro-aree, e il livello di pianificazione strategica intelligente. Nel primo sono analizzati sei campi di utilizzo per il buon governo di una città «smart»: Amministrazione, Sanità, Istruzione, Energia & Ambiente, Edifici e Mobilità. Nel secondo è stato misurato il livello di pianificazione di una strategia integrata: il budget allocato, il grado deregolamentazione e il coinvolgimento dei cittadini. Rivelazione di questo secondo studio è St. Albert, una cittadina canadese di 100 mila abitanti che ha totalizzato un punteggio di ben 72 punti. Una medaglia di bronzo conquistata grazie all’ottimo risultato ottenuto nel settore della Mobilità, nel tasso di innovazione delle infrastrutture e nel coinvolgimento dei propri cittadini in chiave Smart City.
Avere una strategia è solo il primo passo, ma è l'implementazione che conta davvero. E solo 15 città su 153 (ossia poco più del 10% del totale) soddisfano o superano il punteggio minimo di 60 punti, che indica un programma attuativo in essere. Il punteggio medio è fermo a soli 41 punti su 100 disponibili: il 40% delle città infatti totalizza tra 40 e 60 punti e oltre il 50% si trova sotto i 40. Nonostante le ottime performance di Vienna e Londra, l’Europa risulta ancora indietro. Il resto della top 15 delle città «smart» è infatti dominato dal mondo asiatico con Singapore che si colloca al quarto posto con un punteggio pari a 69 punti. Presenti anche 5 città cinesi che hanno attivato un piano quinquennale di sviluppo delle iniziative Smart City: Chongqing con 66 punti, Shanghai a pari merito con Shenzhen a quota 65, Dalian e Guangzhou, rispettivamente con 63 e 61 punti. Seguono Seoul con 62 punti e Davanagere, in India, con 61.
«Con la Milano Digital Week assistiamo ad un reale esperimento di pensiero collettivo sui possibili futuri che riguardano il nostro Paese, siamo quindi molto orgogliosi di poter offrire anche noi un contributo concreto» afferma Andrea Marinoni, Senior Partner di Roland Berger. E specifica: «Si conferma per le città il ruolo di crocevia dell'innovazione. L’obiettivo è generare impatti positivi sulla qualità della vita delle persone a condizione che esista una strategia credibile accompagnata dalla capacità di realizzare una agenda puntuale e serrata.».
Popolazioni in crescita, congestione del traffico e inquinamento atmosferico sono alcune tra le principali sfide che città grandi e piccole in tutto il mondo dovranno affrontare nei prossimi anni. Come fare? Due i fattori chiave: rivalutare il ruolo dell’amministrazione cittadina assegnandole una funzione guida. Enti decisionali centrali, come il Chief Digital Officer di Londra o la Smart City Agency di Vienna, sono ciò di cui le città hanno bisogno: mettono insieme le competenze tecniche e gestiscono i progetti a livello centrale, oltre a coordinare gli interessi divergenti della città, del governo e dei fornitori di servizi e soluzioni. Secondo punto: coinvolgere i cittadini, le aziende e altri stakeholder perché esprimano le proprie esigenze in chiave Smart City e contribuiscano attivamente a creare un ecosistema del «fare». Secondo Lorenzo Chiofalo, Partner di Roland Berger, «Non esiste la ricetta perfetta e non è vero che modelli vincenti altrove si possono facilmente importare. Forte dei risultati raggiunti, Milano può accelerare la propria agenda Smart City sia realizzando le condizioni abilitanti perché si raggiungano gli obiettivi prestabiliti sia veicolando servizi con un proprio marchio. E arrivando così a sviluppare un modello unico in grado fare al pari o addirittura meglio delle città campione d’Europa».