A giugno il mercato auto cala del 23%
Continua il momento negativo del mercato auto in Italia, che nel mese di giugno segna un -23% con 132.457 unità vendute, rispetto alle 172.312 dello stesso mese dello scorso anno, con una perdita di circa 40.000 unità. Cedono tutti i canali, del 7,7% i privati, del 39% il noleggio (con il segmento a breve termine giù del 72%) e del 44% le società. Il dato deve inoltre tener conto che questi numeri hanno sfruttato un giorno lavorativo in più (altrimenti il calo sarebbe stato vicino al 30%), sempre rispetto a giugno 2019, e la riapertura della maggior parte delle attività economiche nel nostro paese.
Ancora più allarmante il numero che si ha nel primo semestre, dove le immatricolazioni in meno diventano quasi 500.000, da 1.083.184 a 583.960 unità, pari ad un tracollo del 46%. Il mercato avrebbe dovuto, non solo tornare sui livelli normali e quindi in linea con quelli del 2019, ma avrebbe anche dovuto recuperare almeno una parte delle mancate vendite di marzo, aprile e maggio, mesi in calo rispettivamente dell’85,4%, del 97,6% e del 49,6%.
“Nonostante la quasi completa riapertura dell’economia – commenta Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche Estere – continua a giugno l’emorragia di immatricolazioni per la crisi senza precedenti innescata dal COVID-19, con una perdita che, senza il giorno lavorativo in più, sarebbe stata di quasi il 30%. Come atteso, la mera ripartenza delle attività economiche – continua Crisci – non basta a riavviare la domanda di autovetture da parte di famiglie e imprese, fiaccate dalla lunga chiusura e dalle fortissime preoccupazioni per un futuro altamente incerto”.
Diventa quindi quanto mai necessario un piano di rilancio dell’intero settore automotive per sostituire il parco circolante nazionale che ha il primato di essere il più vecchio d’Europa con oltre 1/3 delle vetture pre Euro4. Un rinnovamento sulla linea di avere auto più moderne, meno inquinanti e più sicure. In questi giorni il Governo doveva discutere il piano di incentivi, ma tutto è stato ancora una volta rimandato. Questa incertezza contribuisce a rallentare le vendite e a creare incertezza nella decisione d’acquisto con il cliente che resta in attesa di eventuali decisioni.
“Mentre negli altri paesi europei – continua Michele Crisci - Germania e Francia in primis, ma anche Spagna, i rispettivi Governi hanno già dato risposte chiare e forti, prosegue l’assordante silenzio del Governo italiano. A conferma dell’efficacia di specifici piani di sostegno al settore auto, già a giugno il mercato francese, il primo a pubblicare dati mensili, è tornato in positivo”.
Proiettando il dato di giugno sul secondo semestre, il mercato perderebbe altre 200.000 immatricolazioni, che, insieme al mezzo milione perso nei primi sei mesi, si tradurrebbero in un crollo della domanda di autovetture nel 2020 a 1.200.000 unità. Si deve cercare di recuperare parte della domanda svanita, con un impatto positivo anche sull’Erario, che in assenza di tale intervento, perderebbe entrate da IVA per circa 3 miliardi di Euro. Tra le altre richieste dell’UNRAE c’è anche un intervento sul regime fiscale sulle auto aziendali a quello degli altri paesi europei, a partire dalla detrazione dell’IVA al 100%.
L’analisi delle vendite nel mese, vede dal punto di vista delle alimentazioni il pesante segno negativo delle motorizzazioni tradizionali, il gpl e metano. Il diesel con un -34,8% dei volumi si ferma al 35,6% di quota, il benzina non raggiunge per poco il 40% di rappresentatività con una flessione delle vendite del 28,6%. Il Gpl, in calo del 19,5%, rappresenta il 7,2% del mercato ed il metano il 2,4% (-11,2% delle immatricolazioni). Il mese di giugno conferma la forte crescita delle vetture ibride (+84,4% e 17.684 unità) - che con quasi 8 punti di crescita, rappresentano il 13,3% del mercato - e delle vetture elettriche (+53,2% a 2.228 unità), che coprono l’1,7% delle preferenze.
Pesanti flessioni a doppia cifra interessano tutti i segmenti del mercato, in particolare le city car (segmento A a -29,2%) e le medie del segmento C a -27,9%. Unico dato positivo riguarda le emissioni di CO2 che scendono del 6,3% a 111,7 g/km contro i 119,2 dello stesso mese 2019. Flessione simile nel I semestre (-6,4%) a 112,2 g/km contro 119,8 dello stesso periodo dello scorso anno.