ACCORDI GOVERNO FRANCESE E PSA
Aiuti di stato all’Auto.
Ma non erano vietati, secondo i regolamenti europei, gli aiuti di Stato all’industria dell’Auto? Come si spiega allora la posizione del Governo francese verso il Gruppo PSA e come la politica d’oltralpe può essere presa ad esempio anche dal nostro Governo che invece sembra del tutto insensibile ai problemi dell’industria nazionale e dell’intero settore Automotive?
Ricordiamo i fatti. Un paio d’anni fa il Governo francese rimproverava alla Peugeot di dimenticare i suoi doveri nei confronti della Francia e di condurre una politica egoistica al punto da ingigantire i problemi che il Gruppo attraversava per ottenere il beneplacito per misure impopolari e dolorose come la chiusura dell’impianto di Aulnay-sous-Bois con la perdita di 8.000 posti di lavoro; più altre chiusure o ridimensionamenti di altri stabilimenti con ulteriori perdite di produzione diretta e di indotto.
Si verifica ora una vera rivoluzione al vertice del Gruppo PSA con l’uscita del CEO Philippe Varin a fine anno e l’arrivo, al suo posto di un manager di lungo corso e provata esperienza come Carlos Tavares (ex Renault). E’ un cambio che porta con sé un importante cambio di strategie, non solo per quanto riguarda la linea di comando, ma anche nell’atteggiamento del Governo francese che sembra addirittura intenzionato ad entrare nell’azionariato del Gruppo e relativa rappresentanza nel consiglio direttivo.
Tutto questo viene letto dagli analisti finanziari e politici come una garanzia per l’accordo al quale PSA sta lavorando per una alleanza – sul tipo di quella che marcia a gonfie vele tra Renault e Nissan – con la cinese DongFeng che, ovviamente, con un socio come lo Stato francese si sentirebbe ben più garantita.
In definitiva qui non si tratta di una semplice questione di regolamenti comunitari e del problema di salvare una Casa automobilistica, quanto di una precisa scelta di politica industriale volta a mantenere in patria il controllo di un’industria strategica e storica sul piano di un nazionalismo economico e politico che in Francia ha sicuramente difensori più decisi di quanto possa vantarne l’Italia sempre più esposta ad un depauperamento industriale che appare irreversibile. Davvero non si può fare niente?