AUTOSTRADA A35 BREBEMI
Puntuale la stangata del caro pedaggio.
Erano tutti sorridenti al limite dell’euforia nonostante l’opera sia ancora da completare in alcune parti essenziali e, soprattutto, collegata in modo efficace alla viabilità ordinaria al terminale milanese.
Tutte sorridenti e pronte, le autorità presenti, ad intestarsi i meriti della realizzazione di questa struttura che, si spera, assolverà il compito che le viene assegnato di alleggerire il traffico sulla rete attuale.
Non sono mancate e sono state subito rilevate le carenze che non attengono all’aspetto tecnico del tracciato, ma a qualche intoppo frutto di queste inaugurazioni troppo frettolose (i caselli che non ne volevano sapere di funzionare, l’assenza di stazioni di servizio, la mancanza di tutor e autovelox e quindi minor sicurezza) e, in particolare l’imbuto che, in assenza di interventi radicali, si verrebbe a creare a Milano con l’innesto sulla Rivoltana o sulla Cassanese. Inutile, in pratica, avere a disposizione un’arteria più veloce se poi il tempo guadagnato si perde per entrare in città.
Ma sono questi problemi che, di certo troveranno soluzione. Quello che invece resta inspiegabile, se non nella logica di remunerare al più presto i capitali privati impiegati, e’ un pedaggio fissato in 10,50 euro per i 62 km del percorso della “direttissima” contro i 7,10 euro che si pagano per i 92 km della A4. Come si giustifica una differenza così marcata?
Qui tutti in silenzio o con spiegazioni tipo“si risparmia tempo”. Allo stato delle cose non sembra vero se i primi rilevamenti parlano di poco meno di un’ora per percorrere la “vecchia” autostrada e di circa 1 ora e 20 minuti per la Brebemi. Tutti dati da verificare in situazioni più consolidate e con infrastrutture completate. Di certo c’è che a pagare troppo per il servizio che gli viene offerto è sempre l’automobilista. Nella totale indifferenza della politica.