Brexit e l’auto
Inghilterra a gonfie vele, ma l’industria auto teme le conseguenze del Brexit.
Il Brexit, cioè la possibilità che la Gran Bretagna esca dalla UE a seguito del referendum del 23 giugno 2013, preoccupa l’industria auto britannica.
A maggior ragione, visti gli ottimi risultati conseguiti nel 2015 e le ancor più rosee prospettive per il 2016.
L’anno scorso sono stati prodotti 1.587.677 autoveicoli, il miglior risultato dal 2005, con un incremento del 3,9% sul 2014 e di ben l’8% se confrontiamo i mesi di gennaio 2015 e 2016 (137.552 auto in un mese).
La preoccupazione è concreta soprattutto perché il 77,3% è esportato (quasi 4 auto su 5) e l’eventualità di nuove barriere doganali con l’Europa spaventa tutti i costruttori.
Non solo costruttori fortemente radicati nel Regno Unito, come Nissan e Ford, hanno deciso di supportare la politica di David Cameron contro il Brexit, ma anche la tedesca Daimler A.G. si è pronunciata allo stesso modo.
L’iniziativa più recente in merito riguarda la Rolls-Royce (appartenente alla BMW dal 2003) i cui dipendenti hanno ricevuto una lettera in cui si espongono i rischi economici derivanti dall’eventuale Brexit, fra i quali anche le prospettive di lavoro per tutti.
Naturalmente la cosa è malvista da chi sostiene il Brexit, ancor di più se si tratta di ingerenze di un’impresa privata straniera (la BMW) nelle scelte politiche di una nazione estera sovrana.
Ma BMW non ha rinnegato il suo operato, facendo sapere che le lettere spedite sono 8.000, includono anche il personale della Mini e sono orientate non da opinioni politiche ma dal voler chiarire soltanto le possibili conseguenze economiche della scelta.
L’idea ha ovviamente avuto il plauso del movimento contro il Brexit “Conservative In”, dichiarando che la Gran Bretagna farà meglio a rimanere nella UE, aggiungendo però un sibillino “in un’Europa riformata”.
D’altro avviso il “Vote leave” a favore dell’uscita, che ha evidenziato come invece altre case costruttrici, fra cui Toyota, Vauxhall (cioè Opel/GM), Bentley (gruppo VW) e Nissan avrebbero dichiarato che avrebbero proseguito a investire nel Regno Unito, anche in caso di esito favorevole al Brexit.
Attualmente la produzione automobilistica britannica vede presenti grandi marchi giapponesi come Honda (che vi produce Civic, CR-V, Jazz, Accord) Nissan (Leaf, Qashqai, Note, Juke e Infiniti Q30) e Toyota (Avensis, Auris) quindi il gruppo JaguarLandRover, di proprietà indiana dal 2008, nonché Ford, Vauxhall e numerosi piccoli marchi artigianali, che tradizionalmente hanno sempre trovato terreno fertile in Inghilterra.