Dieselgate: sotto pressione anche Renault e Fiat

Dopo quelli su FCA in America sospetti su Renault. Scontro Germania-Italia (Volkswagen-Fiat).

16 Jan 2017 motorpad.it
Dieselgate: sotto pressione anche Renault e Fiat

Neanche il tempo di registrare l'inchiesta sulle presunte emissioni irregolari dei motori diesel FCA in America ed ecco una vera e propria reazione a catena investire Renault e Fiat in Europa.
In Francia finiscono sotto osservazione i motori diesel di Captur, Clio e Talisman, mentre da Berlino e da Bruxelles si annunciano problemi per Fiat. Con annesse frizioni diplomatiche tra Germania e Italia. Andiamo con ordine.

Quando scoppiò lo scandalo Volkswagen, la ministra francese dell'ambiente e dell'energia Ségolèn Royale aveva attivato una commissione indipendente per indagare sulle emissioni di alcuni modelli di marche operanti in Francia tra cui, appunto, Renault.
Gli  uffici direzionali della Casa subirono anche perquisizioni seguite da accese polemiche in quanto lo Stato metteva in pratica sotto inchiesta se stesso visto che Renault è azionista di controllo dell'Azienda con il 20% delle quote.

Paradosso a parte, ma mica tanto, finiscono ora nel mirino dei controllori le emissioni dei diesel montati su Captur, Clio e Talisman, vettura quest'ultima entrata in scena solo l'anno scorso.
La Casa francese reagisce affermando di essere in regola in quanto, per le omologazioni in discussione, è stata adottata una procedura valida dal 2007 che mette solamente in pausa il motore per non danneggiarlo, ma senza alterare i controlli. Non accetta quindi possibili paralleli con la situazione di Volkswagen che ha ammesso la colpa, chiesto scusa e pagato per la grossa multa.

Anche FCA si dichiara incolpevole, ma è chiaro che tutto dipenderà dalla posizione che sarà assunta sulle questioni ambientali dalla nuova Amministrazione Trump.
A Torino però le acque restano agitatissime anche per l'intervento a gamba tesa, come si dice in questi casi, del ministro dei trasporti tedesco Alexander Dobrindt che ha ufficialmente chiesto all'Unione Europea di intervenire per obbligare Fiat a fornire "risposte convincenti" sulle emissioni dei suoi motori diesel, chiedendo anche di sospendere immediatamente la vendita di alcuni modelli, in particolare, a quanto si apprende, della 500X Multijet.

Una iniziativa evidentemente maldestra sul piano dei rapporti tra paesi membri dell'U.E. e giustamente "irricevibile" come l'ha definita il ministro dei trasporti italiano Graziano Delrio che, non poco ingenuamente, ha anche commentato che "...quando nel 2015 scoppiò lo scandalo Volkswagen, noi ci siamo fidati".
Ci può poi anche stare che il ministro tedesco tenti in ogni modo di rifare un po' l'immagine della VW e, più in generale della Germania, ma resta la palese scorrettezza.

Con marchi così importanti nella bufera e con gli interessi (anche politici) in ballo è in ogni modo evidente che si sta mettendo in moto un mix di opinioni, interpretazioni, spiegazioni tecniche per addetti ai lavori, attacchi, scuse, accuse e colpi bassi tra costruttori che rendono assolutamente indispensabile e improrogabile l'adozione, ma soprattutto l'applicazione seria, di regole e modalità di omologazione di validità generale e certa.

In caso contrario ogni costruttore potrà continuare ad affermare che "la mia macchina è più verde della tua" e ad inventarsi le procedure di controllo che ritiene più adatte e convenienti ai propri interessi consentendo così ad ogni organismo di verifica di mettere sotto accusa chiunque.

È anche ora che si faccia chiarezza sui reali valori dei consumi e delle emissioni cominciando con le distorsioni che, ad esempio, vengono accettate sui modelli ibridi che godono di regole fatte per abbassare quelli medi dell'intera produzione delle Case interessate. Ci sono ad esempio auto sportive strapotenti che, secondo queste regole troppo favorevoli, inquinerebbero meno di una city car.

Ribadisce la necessità del cambiamenti anche il già citato ministro dei trasporti Graziano Delrio che in una recente intervista al Corriere della Sera parla di "... controlli severi in Italia" e di "nessuna sudditanza con le case automobilistiche". È però costretto ad ammettere di essere in forte ritardo sui controlli promessi che dovevano essere addirittura un migliaio e che finora si riducono invece a solo una ventina.

Intanto l'Europa continua ad occuparsi della lunghezza delle sardine e degli asparagi.

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