FIAT cerca partner
John Elkann conferma la visione associativa da sempre nella politica del gruppo.
Dopo la “dichiarazione d’amore” di Marchionne nei confronti di Apple e la sua disponibilità per fruttuose collaborazioni, è ora la volta di John Elkann che ha confermato come l’associarsi con uno dei “big players” del mondo dell’auto sia da sempre nella politica di sviluppo del Gruppo e che porterebbe a una riduzione dei costi fino a 10 miliardi di dollari/anno.
Una filosofia – questa della fusione di marchi – ben radicata nell’azienda, tant’è che ne era sostenitore il già l’ avvocato Agnelli che per decenni ha influenzato l’economia produttiva e finanziaria del nostro paese. Tra qualche decennio - sosteneva - non ci saranno più di una decina di grandi Gruppi di costruttori di auto. E proseguiva assicurando: “noi ci saremo”.
Del resto anche Marchionne (Apple a parte) lo ha sempre affermato, visto che già nel 2008 ipotizzava la sopravvivenza di non più di 8 grandi costruttori nel mondo. A tutt’oggi ciò non è avvenuto, anzi, nuovi nomi sono saliti alla ribalta nel mondo, trovando spazio in un settore che, pur non consentendo ampi margini rispetto ad altre attività, crea attrazione di capitali e inventiva come una calamita.
Alla luce di quanto dichiarato da Elkann, si deduce che la creazione del gigante FCA (Fiat+Chrysler) non è ancora sufficiente per fronteggiare i costi sempre crescenti del comparto ma, d’altro canto, si prevede che il giro d’affari del mercato mondiale dell’auto nei prossimi 15 anni passerà da 2,75 a 4 trilioni di dollari/anno. E ciò limitatamente al concetto di auto tradizionale, che si reputa manterrà almeno l’85% del mercato, per cui si tratta di un valore da coltivare.
Il resto sarà fatto da veicoli a guida autonoma, magari in car-sharing, una specie che farà “razza a sé” richiedendo di sviluppare un know-how di natura inedita, di cui già oggi si comincia a vedere qualcosa.
Dunque FCA si è, un volta di più, dichiarata “disponibile”; vedremo se qualcuno farà, o accetterà, delle avances.