Geely-Daimler, la Cina è vicina. Anzi, vicinissima

28 Feb 2018 Marcello Pirovano
Geely-Daimler, la Cina è vicina. Anzi, vicinissima

Adesso, con l’annuncio venuto direttamente da Stoccarda “… siamo lieti di aver guadagnato un altro azionista impegnato sul lungo termine” è ufficiale che Li Shufu, l’imprenditore che già controlla il più grande gruppo automobilistico privato cinese e possiede il 100% di Volvo Cars, ha acquisito anche il 9,6% del Gruppo Daimler di cui diventa di fatto e di diritto il primo azionista.

La notizia ha colto di sorpresa il mondo automobilistico e, in particolare, la classe politica tedesca evidentemente distratta dalle lunghe trattative per formare la Grosse Koalition di Governo.
L’operazione è costata 7,5 miliardi di euro e per completare la figura e la potenza economica di Li Shufu giova ricordare che già ha in portafoglio anche l’8,2% di Volvo Cars (i veicoli industriali del gruppo svedese), il 51% di Lotus, il 49,9% di Proton, il 100% di London Taxi e il 100% di Cao Cao, la più grande flotta di auto elettriche in car sharing della Cina con 16.000 veicoli.
Lo stesso imprenditore ha promosso la nascita del marchio Polestar.

Ed è appunto lo sviluppo dell’auto elettrica in un mercato della potenzialità come quello cinese la principale causa dell’interesse di Li Shufu con la grande operazione finanziaria per Daimler, insieme allo sviluppo delle tecnologie per la guida autonoma.
Da ultimo la frenetica attività di Li Shufu/Volvo ha portato alla nascita del marchio indipendente Polestar per le vetture ad altre prestazioni che, non a caso, saranno prodotte in Cina e presentate in anteprima a Ginevra con il Coupé da 600 CV lanciato al Salone di Shanghai. È del tutto evidente che Geely ha ben chiara una politica di aggressione del mercato europeo potendo contare, a brevissima scadenza su reti di vendite della capillarità ed esperienza di Volvo ed anche di Daimler.  

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