Il giorno di FCA
La giornata delle decisioni ufficiali di Fiat Chrysler FCA
Tanto tuonò che piovve. E’ arrivato, aperto come si attendeva da Sergio Marchionne, l’atteso giorno in cui sono stati ufficialmente tracciati i programmi per il prossimo quinquennio del nuovo Gruppo Fiat-Chrysler Automibiles - FCA.
“E’ il grande giorno, ha esordito il manager italo canadese in cui cominciamo a scrivere non un nuovo capitolo della nostra storia, ma un nuovo libro, un piano coraggioso che per certi punti rappresenta una rottura con il passato. C'è un mondo in cui le persone non lasciano che le cose accadono, ma le fanno accadere… Coloro che scelgono di vivere in questo mondo credono che assumersi responsabilità dia un significato più profondo al loro lavoro e alle loro vite. Benvenuti in questo mondo. Benvenuti a Fiat Chrysler Automobiles”.
Dopo questo “filosofico” e orgoglioso richiamo al suo lavoro e a quello dei suoi collaboratori tutti Marchionne ha lasciato ai singoli responsabili di ogni marchio entrare nel vivo dell’illustrazione dei piani industriali relativi alle singole marche della nuova grande famiglia che, giova ricordarlo, sul piano produttivo rappresenta il settimo gruppo a livello mondiale, nascendo da due Gruppi, Fiat e Chrysler, che quando il manager italo-canadese ne prese le redini una decina di anni fa, erano molto più vicini alla chiusura che non al rilancio.
Per Jeep è toccato a Mike Manley illustrare l’obiettivo fissato a 1,9 milioni di vendite all’anno nel 2018 partendo dalle 732.000 dello scorso anno e passando dal 1.000.000 messe a target per quest’anno. Il maggior incremento è atteso dall’America Latina (+50%), dall’area Asia/Pacifico (+45%), dall’Europa (+35%) e dall’area Nafta (+10%).
Il presupposto di un simile crescita sta nell’aumento dei siti produttivi che passeranno da 4 nella sola America a 10 in sei altri Paesi. Questo per far fronte ad un piano industriale che necessariamente prevede il restyling di modelli esistenti (Renagade, Wrangler, Gran Cherokee e Grand Wagoneer nell’ordine a partire da quest’anno) e nuovi prodotti come il SUV di segmento C nel 2016 anno del 75° della Jeep .
Target più che raddoppiato anche per Chrysler (da 350.000 a 800.000 vendite) secondo le affermazioni del responsabile Al Gardner. Arriveranno già quest’anno in USA la nuova Chrysler 200 berlina e la Chrysler 100 nel 2016.
Elemento importante di questo programma sarà anche la razionalizzazione produttiva tra la stessa Chrysler e Dodge eliminando la sovrapposizione e la competizione interna di modelli. In particolare Dodge abbandonerà i minivan per dedicarsi ai modelli sportivi.
A Olivier Francois è toccato il compito di illustrare i programmi Fiat per la quale il traguardo del 2018 è indicato in 1.900.000 vendite, 400.000 in più di quanto realizzato lo scorso anno.
Sarà l’area Nafta a dover produrre il maggior sforzo arrivando a 100.000 vendite dalle 50.000 del 2013. L’America Latina dovrà migliorarsi di 100.000 unità passando ad 800.000 e sarà invece stabile l'area Emea (Europa Medio Oriente e Africa) che dovrà confermare le 700.000 unità realizzate. Tra questi figurano la 500 X, che dovrebbe arrivare nel 2014; una berlina compatta e una non precisata 'Specialty' che dovrebbe arrivare nel 2015. Il 2016 sarà l'anno di una compatta station wagon e una vettura del segmento B. Nel 2017 arriverà un CUV (Cross Utility Vehicle) e nel 2018 la nuova Panda.
E siamo ad Alfa Romeo indubbiamente uno dei capitoli più attesi tra quelli trattati in questa giornata giustamente definita storica per il Gruppo FCA e per le particolari implicazioni “italiane” che comporta, sia sul più generale piano strategico, sia su quello relativo al - difficile - rilancio di questo marchio.
Harald Wester, cui fa capo, ha quindi annunciato un investimento di 5 miliardi di euro per lanciare ben 8 nuovi modelli tra la fine del 2015 e il 2018. Il primo sarà una vettura di segmento medio (la Giulia), mentre fra il 2016 e il 2018 ci sarà un nuovo prodotto in quasi ogni settore di mercato e cioè due compact, uno per il segmento medio e uno di grande taglia. Ci saranno inoltre due utility vehicle e un modello ancora non definito.
Si parla a proposito di questo impegnativo programma, di un Marchionne quanto mai severo nell’esame delle numerose proposte di stile e tecniche che gli vengono sottoposte a salvaguardia di un’immagine di prodotto che rivaluti le peculiarità specifiche dell’Alfa Romeo da riportare a competere con i migliori costruttori nel remunerativo settore del lusso e delle vetture Premium. Non a caso il ruolo di apripista è stato già assegnato e ricoperto con successo dalla 4C.
In termini industriali la scommessa da vincere entro il 2018 per l’Alfa Romeo è quella di riuscire a vendere 400.000 vetture contro le 74.000 del 2013.
In questo ambizioso piano di aggressione al mercato del lusso un ruolo fondamentale sta già giocando la Maserati a sua volta destinataria di un robusto piano di investimenti con i quali arrivare a produrre sei nuovi modelli con i quali quintuplicare le vendite, cioè 75.000 contro 15.400 del 2014. I prodotti in programma sono la coupé Alfieri confermata a furor di critica e di popolo, il SUV Levante, le berline Ghibli e Quattroporte, una nuova Alfieri Cabrio e una nuova Granturismo.
Se son rose, come si dice, fioriranno e le premesse, in uomini e investimenti, per una grande fioritura ci sono tutte. Auguri. Per FCA, per il lavoro italiano e per chi ama l’auto.