Il Gruppo VW taglierà 30 mila posti
Ancora effetti negativi per lo scandalo del dieselgate: taglio di 30.000 posti di lavoro.
Continuano gli effetti negativi del Dieselgate che già sono costati, oltre ad una perdita di immagine, molti miliardi di euro in risarcimenti. Esborso che, naturalmente, deve essere riassorbito per non creare ulteriori problemi, finanziari e di investimenti al Gruppo tedesco. La strada scelta per la difficile operazione è quella di una riduzione del personale di 30.000 unità - 20.000 in Europa e 10.000 in America - da conseguire entro il 2020 con l'obiettivo di realizzare risparmi di circa 4 miliardi all'anno.
Detto così il piano sembra davvero traumatico è certamente, specie nell'enunciazione, lo è. Contano però, eccome, le modalità per ottenere questi tagli. Con l'accordo dei sindacati che, non dimentichiamolo, sono rappresentati nel Consiglio direttivo e partecipano anche all'azionariato del Gruppo, si è convenuto che l'alleggerimento di 30.000 dei 600.000 dipendenti totali, sarà ottenuto ricorrendo a prepensionamenti incentivati, riduzioni dell'orario di lavoro e uscite naturali. Non ci saranno quindi licenziamenti e il risultato dovrebbe essere anche quello di raddoppiare, dal 2 al 4% l'utile operativo lordo che è inferiore a quello di altri marchi che, con una forza lavoro minore, hanno una produzione più alta.
Non solo. L'operazione tagli è anche accompagnata dall'impegno di investire parte dei risparmi in investimenti in nuovi prodotti e nuove tecnologie con conseguente recupero di posti di lavoro in altre aree, specialmente sull'auto elettrica. Un accordo azienda-sindacati da portare a modello in tante situazioni simili.