Intesa tra ENI e FCA su programmi comuni per abbattere in misura consistente le emissioni di CO2 nel trasporto su strada. Si punta sul metano.
Elettrico sì, elettrico forse; idrogeno chissà quando; diesel in discussione. Basta combustibili fossili, ma da quando? E come?
La discussione e le polemiche sui tempi e i modi per arrivare ad una vera riduzione delle emissioni inquinanti nel trasporto su strada è uno dei temi di maggior impegno e discussione tra gli addetti ai lavori. Ne è coinvolta a fondo anche l’opinione pubblica abbastanza confusa dalle molte e contrapposte ricette che, su una questione di così rilevante impegno e interesse, si confrontano sconfinando spesso in veri e propri scontri ideologici.
Da considerazioni di questo tipo - oltre che da concreti quanto legittimi e condivisibili interessi aziendali - muove l’intesa che ENI e FCA hanno siglato e presentato al Governo Italiano per sviluppare insieme progetti strategici per una mobilità sostenibile per un futuro sempre più “low carbon” da conquistare, come ha affermato l’AD di FCA Sergio Marchionne “…con un approccio tecnologico e non ideologico”. In parole più semplici ha ripetuto quello che, con l’abituale carica pragmatica, va chiedendo da tempo in ogni sede e ad ogni occasione e cioè: fissare i limiti di emissioni e i tempi per raggiungerli, ma liberi tutti (o quasi) sulle tecnologie da applicare per il conseguimento dell’obiettivo.
Su un’impostazione del genere non deve sorprendere, anzi è da accogliere con compiacimento, l’intesa tra le due maggiori aziende italiane che in qualche modo “fanno sistema” e uniscono gli sforzi di ricerca offrendo il loro contributo alla Strategia Energetica Nazionale con i suoi impegni.
In pratica la strada italiana alla riduzione dell’inquinamento mostra aspetti di concretezza e fattibilità molto più realistici di altre scelte (come, ad esempio, quella concentrata sostanzialmente solo sull’alimentazione elettrica) che a molti sembrano non essere sufficientemente chiare e troppo ottimistiche nei tempi di realizzazione, nell’ammontare degli investimenti complessivi e nei bilanci energetici finali positivi.
Su considerazioni del genere la proposta da ENI e FCA si basa sullo sviluppo di tecnologie e carburanti già disponibili per l’autotrazione che prevedono di incrementare il ricorso al metano, al gas naturale e al metanolo,
A questo proposito ENI ha già sviluppato una benzina che contiene il 20% di carburanti alternativi, per l’esattezza il 15% di Metanolo e 5% di bioetanolo; se ne sta sperimentando l’efficacia insieme a FCA su 5 Fiat 500 e i primi risultati registrano un abbattimento totale delle emissioni di CO2 del 4%. Si lavora anche alla formulazione di diesel e benzine a ridotto impatto ambientale grazie a nuovi additivi e componenti. Infine sono confermate importanti collaborazioni con Istituti di ricerca internazionali e Università italiane e straniere.
L’accordo ENI-FCA con la conseguente approvazione del Governo non poteva restare senza voci contrarie, anche queste fondate su concreti interessi aziendali. Come quelli di Enel che, ovviamente, punta sull’alimentazione elettrica con i suoi piani di sviluppo per le reti di ricarica.
Alle dichiarazioni di Marchionne e dell’A.D. di ENI Claudio Descalzi che ha parlato di “… importanti passi avanti già compiuti da ENI nello sviluppo di carburanti verdi e alternativi” il presidente di ENEL Francesco Storace ha risposto con una liquidatoria - e obiettivamente molto semplicistica - dichiarazione che trattasi “semplici boutade”. Aspettiamo eventuali risposte. In fiduciosa attesa di sviluppi decisivi da qualunque parti provengano.