Marchionne VS Montezemolo. Perché?
Marchionne “provoca” e Montezemolo “risponde”
Non ha gradito, e non poteva essere altrimenti, Luca di Montezemolo le ultime dichiarazioni di Marchionne a proposito della Ferrari e della gestione sportiva in Formula 1 con tutto quello che ne è seguito e il terremoto che ha coinvolto Maranello.
La polemica pubblica, perché ormai di questo si tratta, torna ad esplodere con le affermazioni di Marchionne alla conferenza stampa di fine anno come al solito dirette e poco o niente aperte a possibili interpretazioni. Ecco quelle che, con qualche buona ragione, hanno irritato Montezemolo: “… il 2014 è stato un grandissimo disastro, partiamo in grave ritardo per scelte tecniche che io non condivido come insistere sullo sviluppo della monoposto di quest’anno”. Secondo il nuovo presidente Ferrari sarebbe stato meglio, quindi, concentrarsi subito su quella della prossima stagione. Con il senno di poi la critica è valida, ma suona anche come una giustificazione preventiva per i risultati che sarà difficilissimo conseguire sia pure con la nuova struttura e con gli ingenti investimenti annunciati.
Non bastasse il “disastro” imputato alla passata gestione un’altra bordata prende di nuovo di mira Montezemolo per il quale si prospettava la presidenza della Delta Topco (la Società che gestisce la Formula 1) così da conservargli un ruolo importante, date le sue esperienze, conoscenze e rapporti nel Circus della F1 e che Marchionne invece ritiene non opportuna perché “…. non sta bene che un ex della Ferrari sia a capo dell’ente che gestisce lo sport automobilistico e ci avrebbe creato un problema con i nostri concorrenti”. E poco importa se a quel posto finirà qualcuno con interessi diversi e, magari, contrari a quelli della Ferrari.
Per non risparmiare nessuno due dita negli occhi Marchionne riserva anche a Todt alla cui nomina, per le stesse ragioni che riguardano Montezemolo, si sarebbe opposto e che certo non avrà gradito la brutale dichiarazione che gli viene riservata con i suoi “…regolamenti scritti da quattro ubriachi al bar” che si raccontano la stessa barzelletta”. Un vero elefante in cristalleria, Marchionne, e non ci si potrà meravigliare se la nuova Ferrari troverà qualche nemico in più.
A questo punto impossibile pretendere che Montezemolo porgesse l’altra guancia e infatti non si è fatto pregare per le sue motivate repliche e per le giuste pretese di rispetto.
La più convincente delle quali è proprio quella che Marchionne sta utilizzando con l’operazione in corso con la quotazione della Ferrari in Borsa e che, comunque la si giri, è non solo la riconferma dei brillantissimi risultati economici conseguiti da Montezemolo. E dimostra anche che se oggi FCA trova investitori e soldi da usare per il rilancio è proprio grazie alla Ferrari ed alla sua solida situazione finanziaria per non dire del peso della sua immagine nel mondo.
Non troppo paradossalmente è quindi la Ferrari che finanzia FCA. Logico quindi che Montezemolo rivendichi qualche merito e più rispetto. Per sé e per coloro che negli anni hanno lavorato, vinto e creato il mito Ferrari. E logico anche che pretenda quel minimo di “stile” che l’uomo sempre in maglioncino evidentemente non mette quasi in mai in conto, tutto preso com’è nella realizzazione del suo piano strategico che vuole FCA tra i grandi competitors mondiali nell’industria dell’auto.