Mercato auto Italia in calo anche a febbraio

02 Mar 2021 Paolo Pirovano
Mercato auto Italia in calo anche a febbraio

Segno negativo per le immatricolazioni di febbraio che registrano un calo del 12,3% con 142.998 vetture consegnate contro le 163.124 dello stesso mese del 2020. Dopo la riduzione del 14% di gennaio si conferma, quindi, la tendenza in discesa e il bimestre chiude con un calo del 13,1% con un totale di 277.145 unità. 

Bisogna anche considerare che i mesi di gennaio e febbraio 2020 erano stati gli ultimi che avevano vissuto una situazione di “quasi” normalità prima delle chiusure delle reti di vendita a causa della pandemia. Sono numeri che confermano il momento difficile del settore automotive e le previsioni per l’anno non sono certo positive come conferma Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere:  “Il dato sulle immatricolazioni di febbraio conferma la pesante condizione in cui versa il mercato dell’automotive, una situazione critica che fa presagire un drammatico e ulteriore peggioramento quando prevedibilmente a fine marzo, inizio aprile, i fondi destinati agli incentivi saranno esauriti”.

Infatti il sistema degli incentivi sta da un lato contribuendo al rinnovamento del parco auto, che ricordiamo è tra i più vecchi d’Europa, e i dati delle vendite indicano che l’incentivazione governativa dei mesi estivi è stata usata per il 60% per l’acquisto di auto ‘verdi’ ed Euro 6 a fronte della rottamazione di vetture obsolete e inquinanti. Il calo delle vendite comporta anche un elemento negativo per l’economia del paese e nel 2020 si è registrata una perdita di fatturato per il settore pari a 10 miliardi di euro, che per le casse dello Stato si traduce in mancate entrate in termini di IVA per 1,8 miliardi. Tra i motivi che rallentano la ripresa del settore, l’UNRAE segnala la situazione relativa alla penalizzazione fiscale delle auto concesse dalle aziende ai dipendenti come fringe benefit che in Italia è fermo al 36% per l’elevata imposizione fiscale cui è sottoposto rispetto agli altri grandi mercati europei.

Analizzando la struttura del mercato si nota una flessione tra gli utilizzatori, con solo i privati che crescono del 11,4%, sostenuti dagli incentivi governativi, per una quota di mercato che sale di quasi 14 punti, raggiungendo il 65,3% del totale. Una sorpresa nelle alimentazioni dove salgono al secondo posto le vetture ibride che sorpassano il diesel, raggiungendo il 28,8% di quota (dal 10,3% di un anno fa). Prosegue, infatti, la flessione dei motori tradizionali: benzina -35,8% con una quota che scende al 32,8% cedendo 12 p.p., diesel in calo del 37,1% al 25% del totale (-10 p.p.). Flette del 15,3% il Gpl, al 5,2% di quota e perdono il 5,4% dei volumi le immatricolazioni a metano che si portano al 2,4% del mercato. In crescita a tripla cifra le vetture plug-in al 3,4% dallo 0,7% del febbraio 2020, grazie anche al contributo del noleggio; in rapida ascesa le auto elettriche che salgono al 2,4% di share dall’1,5% dello stesso mese 2020. Le emissioni medie di CO2 calcolate sul totale del venduto, scendono del 7,7% scendendo a 125,8 g/km dai 136,2 di un anno fa.

Anche il mercato dell’usato evidenzia un andamento in linea con quello del nuovo, segnando in febbraio una flessione del 10% a 303.046 passaggi di proprietà al lordo delle minivolture, contro i 336.634 del febbraio 2020. Il primo bimestre chiude in calo del 16,8% con 562.290 unità verso le 675.388 dello stesso periodo dello scorso anno.

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