Non solo Fiat-Chrysler nel futuro dell’auto
Nuovi Gruppi e accordi stanno cambiando il panorama dell’industria automobilistica mondiale.
Due grandi eventi hanno animato l’inizio di questa stagione automobilistica mondiale e, di certo, sono destinati a modificare in modo sensibile il quadro complessivo del settore Automotive nel mondo sovvertendo, forse, anche gerarchie più o meno consolidate e, comunque, in sicuro movimento.
Il primo è stato l’acquisizione/fusione Fiat-Chrysler da cui è nato, sulle “ceneri” di due Gruppi in evidente stato di crisi il settimo costruttore mondiale. Risultato già di per sé importante e clamoroso per la velocità e le modalità con cui questo ambizioso e difficile piano si è realizzato. A Torino, o forse è meglio dire a Detroit, non dormono sugli allori e già si parla di dare la scalata a qualche altra posizione della classifica perfezionando in termini più stretti e impegnativi accodi di produzione gia in essere. Non si tratta, nel caso specifico, di grandi acquisizioni o di altre fusioni, ma di esplorare a fondo quali altre opportunità si aprono con le giapponesi Mazda e Suzuki con le quali sono già operativi, rispettivamente, i piani per la produzione del nuovo spider con marchio Alfa Romeo e gli scambi di tecnologie per la Fiat 16-Suzuki SX4.
Per Peugeot/Dongfeng si è appena definito il nuovo assetto societario che coinvolge anche lo Stato francese, ma gia si parla di un nuovo impianto da aprire in Cina dopo quello già operativo a Shenzen dal quale escono le Citroen DS destinate a quel mercato.
Sviluppi sicuramente interessanti avranno gli accordi tra Mercedes e Renault/Nissan che già cede ai tedeschi il suo brillante diesel 1.5 utilizzato sulla Classe A. Questa volta sono coinvolti modelli come la Smart e la Twingo da realizzare su una base e su meccanica comune.
Cose, cioè modelli, non meno importanti verranno da BMW e Toyota che stanno progettando insieme una gamma di vetture sportive di cui l’avanguardia si è vista a Detroit e che, sempre insieme, continuano a sviluppare la tecnologia dell’alimentazione ibrida.
Tornando alla Fiat qualcosa pare si debba muovere anche nella direzione dell’indiana Tata stante anche i già attivi rapporti tra i due costruttori fino dal 2005. Nello stesso anno l’enorme e diversificato gruppo industriale indiano aveva acquisito la Daewoo veicoli commerciali dalla GM e, tre anni dopo, la Jaguar e la Land Rover dalla Ford.
Affamati di tecnologie e di accordi che aprano mercati finora inesplorati sono poi molte delle innumerevoli marche cinesi per cui, anche su questo versante, sono da attendersi novità.
Infine i giapponesi che non stanno certo a guardare il panorama che cambia e sono più che mai impegnati da un lato ad approfittare di ogni occasione per consolidare strutture già esistenti e dall’altro, come si dice, a “fare sistema”. Come hanno dimostrato con evidenza all’ultimo Salone di Tokyo.
E’ in questa occasione che è stato annunciato che nell’Alleanza Renault-Nissan entra anche Mitsubishi staccandosi dalla collaborazione finora in atto con il Gruppo PSA. Nascerebbe un Gruppo dalle enormi capacità cioè di passare, potenzialmente(anche con Samsung, Dacia e Autovaz), da 8 a 12 milioni di veicoli all’anno, più di quanti ne produce il Gruppo Toyota.
Quattro costruttori del Sol Levante, Toyota, Nissan, Honda e Mitsubishi si sono infine messe insieme per sviluppare la produzione, la diffusione e le relative infrastrutture delle auto elettriche.