PSA compra Opel?

Trattative tra PSA e GM per acquisire il marchio Opel.

15 Feb 2017 motorpad.it
PSA compra Opel?

Strillano come aquile ferite, i tedeschi. Il Governo centrale parla di “comportamenti inaccettabili” e quelli locali dei Land interessati gli fanno subito eco, mentre i sindacati di categoria e i partiti politici sotto pressione per le prossime elezioni, insorgono prontamente. Sono toni da “delitto di lesa maestà” per via di PSA che sulla base di un risanamento spettacolare che l’ha rimessa in linea di volo in tempi record, vorrebbe acquisire il marchio Opel con il quale per altro collabora da qualche anno.

Gridano tutti, i tedeschi, punti sul viso anche dell’orgoglio nazionale e pazienza se nel frattempo, e solo con l’annuncio della possibile fusione fatto dalla Reuters, in Borsa il titolo dei due costruttori ha guadagnato il 4%. E quello di FCA, che segue l’operazione con l’interesse che merita, pure.

Di certo se, come appare più che probabile e conveniente per tutti, se l’affare andasse in porto, il panorama dell’industria automobilistica, e non solo quella europea, subirebbe uno shock di non piccola portata.

Per cominciare PSA più Opel diventerebbe il secondo Gruppo europeo con il 16,6% del mercato, dopo Volkswagen che rappresenta il 23,9% e prima di Renault che conta per il 10,2%.

Si avvicinerebbe inoltre considerevolmente a quella massa critica di produzione necessaria per competere su ben altra posizione con i grandi Gruppi mondiali.

Crescerebbe d’importanza, specie sul piano internazionale, anche la cinese Dongfeng, socio di riferimento di PSA con una quota del 14% uguale a quella della famiglia Peugeot e dello Stato francese.

Quanto a General Motors aveva già tentato di liberarsi del peso dei debiti che Opel ha accumulato negli anni e gravati anche da una mancata saturazione di capacità produttiva, ma anche allora si era ribellata mezza Germania. Uno dei vantaggi dal ricavato della vendita di Opel potrebbe però essere utilmente reinvestito in altre attività in USA e nell’America Latina a difesa di un terzo posto di produttore mondiale sempre più difficile da mantenere dagli attacchi di Renault-Nissan. E questo anche alla luce della politica neo protezionistica inaugurata da Trump. Il rovescio della medaglia, più che altro di immagine, sarebbe invece l’abbandono delle attività produttive in Europa, dopo l’uscita recente anche dall’Australia.

Analizzando il comportamento delle Borse che, come si è visto, sembrano credere nella fusione ritengono che una GM liberata dai pesi finanziari di Opel potrebbe ammorbidire la posizione della CEO Mary Barra contraria al lungo corteggiamento da parte Marchionne per la creazione di un Gruppo euro-americano di grande importanza. Solo che, secondo altri analisti, parlando di debiti, almeno per ora sono ancora troppo alti quelli di FCA. Certo è che il pianeta auto è in movimento e sarà più che mai interessante seguire gli eventi.

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