PSA-Dongfeng
Accordo fatto tra il gruppo PSA Peugeot-Citroën, i cinesi della Dongfeng e lo Stato francese.
Adesso è ufficiale e un pezzo della storia automobilistica francese ed europea diventa per un terzo cinese, per un terzo dello Stato e per un terzo rimane alla famiglia Peugeot. Lo ha deliberato il Consiglio d’amministrazione della Azienda transalpina dove si scontravano le posizioni dei cugini Robert e Thierry Peugeot che finora hanno caratterizzato la “conduzione familiare” del Gruppo con il primo favorevole alla situazione che si è poi concretamente realizzata e il secondo più deciso a salvare il ruolo della famiglia e a ricorrere al mercato nella ricerca di nuovi investimenti e a mantenere così il controllo in famiglia.
Ha prevalso la prima soluzione e nell’azionariato del costruttore entrano ora i cinesi della Dongfeng (il secondo costruttore del paese asiatico attivo dal 1969 e maggior produttore di camion al mondo, oltre che di auto con interessi anche in Volvo) e lo Stato attraverso un aumento di capitale di 3 miliardi suddiviso in due fasi: metà subito con i due nuovi azionisti che versano 750 milioni cadauno e l’altra metà da raccogliere sul mercato dei capitali.
In questo modo i tre contraenti raggiungeranno una quota paritetica del 14% con la famiglia Peugeot che scende allo stesso livello dall’attuale 25%. Irrobustito da un diritto di voto ancora più alto, il 36%
Tutto sarà formalizzato entro il 19 febbraio in contemporanea con l’ingresso al vertice della nuova PSA di Carlos Tavares (ex numero due di Renault) nel ruolo di Amministratore Delegato. Anche la presidenza è probabile venga assunta da un esterno alla famiglia che finora ha condotto l’Azienda.
L’ingresso di Parigi nel capitale di un’Azienda privata non mancherà di porre qualche motivato interrogativo là dove viola una norma europea vieta aiuti statali che provocano distorsioni alla concorrenza.