Conferenza Stampa UNRAE sulla “Visione Strategica della Mobilità”
A voler essere sintetici adesso non ci sono più scuse. Non si può più continuare con la disinformazione, gli schieramenti ideologici, le misure inutili e penalizzanti per l’automobile e per gli automobilisti perennemente “incazzati neri” come li ha descritti Gioele Dix nell’applaudito intervento in apertura della Conferenza Stampa UNRAE sulla “Visione Strategica della Mobilità” (Verona15 maggio).
È il primo risultato di questo utilissimo incontro che l’Associazione dei Costruttori Esteri che operano in Italia, presidente Michele Crisci, ha voluto per offrire, all’Informazione ed alla riflessione di tutti, un contributo importante sulla situazione e le prospettive della mobilità in Italia.
Non ci sono più scuse e ci sono proposte serie, supportate dai preziosi studi dei tecnici specializzati del CENSIS e dei ricercatori del CNR, per un lavoro comune in questo periodo di transizione che il mondo dell’auto sta attraversando.
Il primo elemento di chiarezza emerso ha riguardato la distinzione tra le emissioni nocive che hanno effetti sul clima (cioè l’anidride carbonica CO2) e quelle inquinanti che possono incidere sulla salute (ossidi di carbonio, di azoto e particolare). Su questo tema fondamentale la premessa per ogni intervento di abbattimento degli inquinati è che oggi sono disponibili ben 15 diverse tecnologie che rispettano i limiti imposti. Da qui una posizione “neutrale” da parte dei costruttori su quale sia la più efficace e quale, soprattutto, possa vantare soluzioni definitive e immediate. Specie per un paese come l’Italia dove il parco circolante di oltre 37 milioni di veicoli è ancora composto per un terzo da modelli con oltre 17 anni di vita, quindi con un ritardo tecnologico e che li rende più inquinanti e meno sicuri; è impressionante scoprire che per rinnovare questo parco con gli attuali ritmi di ricambio occorrerebbero circa 33 anni.
Per arrivare quindi alla ormai chiaramente avviata mobilità elettrica/elettrificata, connessa, condivisa e, in proiezione anche autonoma, la prima misura sicuramente efficace è, secondo il Presidente Crisci, quelle di una incentivazione alla sostituzione. Una misura necessaria stante la centralità che l’auto continua ad avere per le tipologie dei trasferimenti che si vanno definendo, le carenze del trasporto pubblico a sua volta con parco mezzi con 11,4 anni di vita media dei mezzi utilizzati e la tipologia abitativa della popolazione italiana che vive in maggioranza in centri urbani di piccole-medie dimensioni o in città dove esistono solo 4 Metropolitane (Milano, Roma, Napoli e Torino che, insieme, valgono la metà di quella di Parigi o Londra). Anche in questo caso pesa la mancanza di investimenti pubblici regolari e costanti. In questa situazione, ha affermato Crisci “…il motore a combustione interna resta uno strumento strategico al fine di una efficace transizione verso una mobilità "CO2 Neutral" e per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi per quanto riguarda le emissioni senza escludere i veicoli a benzina e gasolio a favore di quelli ad alimentazioni alternative come l’elettricità, l’ibrido, l’idrogeno, i biocarburanti, e il gas naturale. Assicurano infatti gli studi del CNR che “…le tecnologie motoristiche in sviluppo saranno in grado di proiettare i motori convenzionali ad un livello di inquinamento praticamente trascurabile nel prossimo decennio”.
La confusione mediatica e il disorientamento dei cittadini sono attualmente tra i problemi di maggior impegno e preoccupazione. L’evoluzione normativa (in particolare dell’UE) punta ad una progressiva decarbonizzazione della produzione e del consumo di energia. Il trasporto passeggeri su strada è un “osservato speciale” che però incide attualmente in Italia solo per il 18,6% delle emissioni di CO2 che in realtà dipendono al 30,2% dalla sola produzione di energia e poi dall’industria e dall’edilizia. Per ridurre ulteriormente le emissioni climalteranti delle singole autovetture è necessaria dunque una sostituzione con veicoli a diversa propulsione. Un processo lungo, che richiede investimenti e politiche di accompagnamento. Certamente non basterà il progressivo “ostracismo” da parte delle amministrazioni per le vetture diesel che rappresentano tutt’ora il 56,4% dell’immatricolato.
Per virare verso una mobilità con veicoli con alimentazioni alternative occorrerebbero forti e pluriennali investimenti in infrastrutture tradizionali (strade, parcheggi di scambio, manutenzione) che l’Italia ha forti difficoltà a realizzare, tanto meno per infrastrutture a supporto di nuove forme di mobilità.
Per questo UNRAE propone di realizzare di una vera e propria AGENDA DELLA TRANSIZIONE per accompagnare la nuova mobilità nel percorso da seguire nei prossimi anni con i seguenti compiti:
· introdurre elementi di chiarezza sull’informazione mediatica attuale relativa al problema delle emissioni dove le responsabilità dell’auto sono in effetti da condividere ampiamente con altri settori.
· definire un percorso di accompagnamento nel progressivo passaggio dal sistema di mobilità attuale a quello prefigurato dai regolamenti europei per il 2025, il 2030 e il 2050;
· favorire la diffusione dei veicoli a gas e prevedere le infrastrutture necessarie per i veicoli elettrici ostacolati nella loro diffusione dal costo di acquisto e dalla sostanziale inesistenza di punti di ricarica;
· affrontare la questione del diesel in modo progressivo distinguendo nettamente tra vetture obsolete (Euro 0, Euro 1, Euro 2, Euro 3) e vetture che offrono ottime performance emissive (Euro 5, Euro 6);
· coordinare e armonizzare le misure adottate a livello locale che hanno impatto sulla circolazione evitando le inutili soluzioni estemporanee e di nessuna efficacia come blocchi della circolazione, targhe alterne o “domeniche ecologiche”;
· promuovere un concetto di “mobilità come servizio” che superi la rigida distinzione attuale tra trasporto privato e collettivo ragionando sempre in chiave intermodale per lo sviluppo del trasporto pubblico e promuovendo tutte le tecnologie e i meccanismi utili oggi disponibili.
· Istituire una “Cabina di regia” che accompagni la transizione, monitorando in maniera uniforme le problematiche correlate ai fenomeni dell’inquinamento ambientale e dell’incidentalità stradale e coordinando i necessari interventi.
Un piano che l’UNRAE intende presentare concretamente in incontri con i principali comuni italiani (Roma, Milano, Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari e Palermo) con l’obiettivo di sensibilizzare i Decisori locali e nazionali alla realizzazione di questa Agenda della Transizione che ha le potenzialità per assicurare all’Italia, secondo le stime UNRAE, una quota complessiva di veicoli elettrici ed ibridi del 50% delle vendite entro il 2030 in uno scenario più moderno e innovativo con tutti i benefici effetti sull’ambiente.