MilanoAutoClassica
Più viva che mai la passione per l'auto e unisce le generazioni
Mettiamola così: si continuano a sentire discorsi senza senso, e il più delle volte in malafede, secondo cui l'automobile avrebbe fatto il suo tempo, non avrebbe più alcun appeal sui giovani tutti presi, ormai, da smartphone e computer sempre più sofisticati e padroni del loro tempo. Sarà!?! Poi però si viene ad una manifestazione come MilanoAutoClassica (o a qualsiasi altro appuntamento di questo tipo che si tengono in ogni parte d'Italia) e ogni volta si riscopre - con gioia - che il mondo dei motori è più che mai vivo e lotta con noi a difesa dei valori storici, culturali, sociali e di passione che rappresenta ormai da più di un secolo.
L'ha puntualmente constatato e confermato anche questa volta il pubblico gioioso e competente di giovanissimi, giovani e meno giovani, di famiglie, di personaggi dello sport venuti a rivivere e scambiarsi ricordi ed emozioni su modelli sportivi che hanno corso e vinto sulle strade e sulle piste di tutto il mondo.
E ho ritrovato la storia viva dell'auto nella sua evoluzione che ha accompagnato, ed anzi, promosso lo sviluppo della civiltà industriale e dato lavoro e fatto sognare intere generazioni. Solo per descrivere i modelli di maggior pregio tecnico, stilistico e sportivo ci vorrebbe un vero proprio ciclo di trasmissioni, e per fortuna vi provvedono associazioni di marca e di modelli, club di appassionati, librerie e pubblicazioni specializzate.
Per questo preferisco non essere didascalico o scontato e lasciar parlare le immagini con la loro forza rievocativa, sicuri che, per ciascuno di noi sarà un bel gioco lasciar affiorare spontaneamente ricordi ed emozioni.
Quelli che nessun computer o smatphone e meno che mai nessun Assessore o Sindaco anti-auto potrà darci e men che meno toglierci.
E tra tanti preziosissimi gioielli non posso chiudere senza ricordare due modelli che tanti anni fa, purtroppo, hanno rappresentato per me e per tanti come me il primo incontro diretto con il mondo dell'auto, il primo sogno giovanile realizzato; con un po' di soldi del babbo, magari, ma realizzato.
Li riconoscerete ovviamente, e scommetto che anche per molti di voi l’immensa Fiat 500 e la piccola Prinz sulla quale ancora oggi si fa tanta ironia sono state la causa del contagio per la nostra inguaribile malattia per l’auto.