Alfa Romeo “Duetto”

Alfa Romeo “Duetto” splendida 50enne, laureata, amante corse all’aria aperta…

15 Feb 2016 motorpad.it
Alfa Romeo “Duetto”

50 anni portati benissimo, è il compleanno dell’Alfa Romeo “Duetto”, il cui esordio avvenne al Salone di Ginevra 1966, la cui 86a edizione aprirà il 3 marzo.

Una vettura dalla solidissima immagine, con un po’ di mistero appresso. Da tutti conosciuta come “Duetto” , questo può essere considerato solo il suo nome d’arte, poiché all’anagrafe risulta solo “Alfa Romeo Spider”. L’indovinato soprannome era il risultato di un concorso, ma poi l’Alfa dovette fare marcia indietro perché il nome era depositato… per una merendina! Eppure quest’inizio con l’inciampo le portò fortuna, visto che da Arese la macchina fu replicata in 124.105 esemplari, dal 1966 al 1994, periodo che ne fa una delle vetture più longeve.

Ultima vettura ideata direttamente da Battista Pininfarina, la “Duetto” nacque da una dream car ideata nel 1961 e presentata al Salone di Torino di quell’anno, la Giulietta SS Pininfarina Spider, che a sua volta sviluppava idee nate con le SuperFlow del 1956. In questa del ’61 gli stilemi Duetto c’erano già tutti: il profilo quasi simmetrico fra anteriore e posteriore, il cofano “picchiante” più basso dei parafanghi (invenzione di un altro grande del design italiano, Franco Scaglione) lo “sguscio” orizzontale lungo la fiancata.

E, della Giulietta Spider, mantenne sempre il passo di 2,25 m, quello corto usato per le realizzazioni più sportive della casa. Nata col motore 1600 cc della Giulia, la “Duetto” in seguito ospitò tutta la gamma dei bialbero Alfa, scendendo ai 1300 della Junior (1968) o alzandosi ai 1750 (1967) e 2000 (1971) delle omonime versioni.
Vettura già bella di suo, la “Duetto” (o “il” Duetto, si dice anche così) attirò anche Hollywood, che ne fece un’icona del film “Il laureato”, grazie al quale divenne famosa anche al di là dell’Atlantico, dove si guadagnò il suo secondo nome d’arte: “Laureate”. Del resto, senza nulla togliere ad Anne Bancroft (la madre) e a Katharine Ross (la figlia), la “Duetto” per molti era la più attraente del film, tanto che persino Dustin Hoffman al volante riusciva a guadagnarne “in beltà”. E non si pensi che la carriera sia finita lì. Basta dare un’occhiata all’Internet Movie Cars Database (imcdb.org) per scoprire che sono quasi tre centinaia gli “shot” cinematografici della Spider italiana, dalla comparsata al ruolo di spalla del protagonista, dal poliziottesco all’italiana al recente Rush e al cartoon Cars2.

Vettura che ha attraversato più di un trend automobilistico, la “Duetto” è oggi più che mai in testa ai desideri sia degli “alfisti” duri e puri, sia dei più spensierati “spideristi”.
Realizzata in quattro serie principali (la prima (1966) detta “osso di seppia”, la seconda (1971) a coda tronca, la terza (1983) con spoiler ant. e post., la quarta (1990) abbondantemente rinnovata, con coda in stile Alfa 164) la “Duetto” spunta quotazioni per tutte le tasche e, come sempre avviene in questi casi, in diretta proporzione all’età (più è vecchia, più è cara) e alla rarità. 
Per cui si può portare a casa una III o IV serie per valori intorno ai 10.000 euro (anche meno, se si cerca con attenzione), ma per una “osso di seppia” l’ordine di grandezza è fra i 30 e i 60.000 euro.

Buon compleanno, Duetto! Si va a fare un giro? 

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