Aumento pedaggi autostradali
Ci risiamo.
E’ un adeguamento aggiuntivo, oltre a quello già previsto per legge ogni anno in relazione all’inflazione programmata, che secondo le 23 società concessionarie richiedono nell’ordine del 3,5-5% per compensare anche gli investimenti effettuati per manutenzione e ammodernamenti della rete.
Il Governo sta esaminando la richiesta avanzata dall’ANAS verificando in primo luogo se effettivamente questi investimenti sono stati fatti e in che misura e l’auspicio è che per la decisione si tenga conto non solo e non tanto di questi meccanismi automatici, ma della situazione generale dell’economia e degli effetti negativi che ogni rincaro dei pedaggi inevitabilmente e storicamente produce sull’aumento dei prezzi e sull’inflazione reale. Ma, una volta di più, c’è davvero poco da sperare.
Vale però una sacrosanta pretesa che più volte abbiamo portato alla riflessione degli automobilisti e delle autorità: perché se gli aumenti scattano con puntualità ogni anno e ad ogni investimento si deve pagare quando l’autostrada - a causa dei cantieri perennemente aperti – non può più essere definita tale venendo a mancare le caratteristiche di sicurezza e di velocità di percorrenza?
Sarebbe giusto, in questi casi, eliminare il pedaggio fino al termine dei lavori, quantomeno in proporzione ai chilometri interessati dai cantieri. Non vi pare?