Dieselgate: Nissan pesantemente coinvolta
Non finiscono di fare danni, all’industria mondiale dell’auto, al motore a gasolio e, ovviamente, alle marche interessate, le manovre messe in atto da alcuni costruttori per truccare i dati sulle emissioni e sui consumi. Entra di nuovo in lista anche Nissan che è stata costretta ad ammettere di essere intervenuta su un certo numero di modelli (pare 19) prodotti in Giappone che sono stati “fortunatamente” messi in vendita solo sul mercato interno in un numero piuttosto esiguo, ma pur sempre sufficiente a intaccare l’immagine di marca.
La comunicazione ufficiale di Nissan in risposta alla richiesta del Ministero dei Trasporti ammette che “…“le prestazioni delle emissioni di scarico e i test di risparmio di carburante, si discostano dall’ambiente di prova prescritto” e che i rapporti di ispezione erano “…basati su valori di misurazione modificati”.
Salgono così a tre i casi che coinvolgono il costruttore giapponese che già lo scorso anno era stato costretto a ritirare circa un milione di veicoli la cui certificazione di idoneità era stata affidata a ispettori non qualificati. Comprensibile che Nissan cerchi ora di riaccreditarsi una diversa immagine di marca molto impegnata nella salvaguardia ambientale con i forti investimenti e una persistente comunicazione sull’alimentazione elettrica.
Si temono infine ripercussioni negative in seno all’Alleanza tra Nissan, Renault e Mitsubishi che, tra gli obiettivi primari ha quello di primeggiare, entro il 2022, tra i grandi Gruppi automobilistici costruttori proprio di veicoli elettrici mediante la messa in comune di tecnologie, componenti meccaniche e fornitori per realizzare forti economie di scala. Ricordiamo che recentemente che Carlos Ghosn ha dichiarato che Renault con assumerà il controllo di Nissan di cui detiene il 43% delle quote azionarie mentre la stessa Nissan, a sua volta, ha in portafoglio il 34% di Mitsubishi. La cosa sembra assumere i contorni di una presa di distanza.