Ferrari/Montezemolo una storia al capolinea
“Licenziato” in diretta internazionale Montezemolo non farà più parte del pianeta Fiat
Esce con le ossa rotte, la Ferrari, dal G.P. di Monza: Alonso costretto al ritiro per un guasto tecnico di natura elettrica, vero punto debole della monoposto 2014, e Raikkonen non va al di là di un 9° posto favorito, tra l’altro, dalla penalizzazione inflitta a Magnussen. Non bastasse tutto questo (e ce n’è d’avanzo) finisce sul podio Felipe Massa scaricato da Maranello e ora al volante di una Williams che relega la Ferrari a quinta/sesta forza del Campionato preceduta da Mercedes, Williams, Red Bull, McLaren e perfino Force India. Si parla a ragione di uno dei punti più bassi della Ferrari da qualche anno a questa parte e, in effetti, dal titolo mondiale sfiorato da Massa nel 2008 ad oggi di date memorabili per Maranello non se ne ricordano.
E’ da questa dura realtà che è partito un manager pragmatico come Marchionne - e da una platea internazionale di enorme risonanza come il Forum Ambrosetti di Cernobbio - per il clamoroso intervento che, di fatto, mette in discussione la posizione di Luca di Montezemolo in Ferrari.
Le dichiarazioni non potevano essere più trancianti e definitive e il giudizio sulla situazione italiana “… siamo ultimi per efficienza in Europa” è suonato come un impietoso parallelo con l’attuale realtà in casa Ferrari. Nemmeno l’onore delle armi per un’innegabile situazione di bilancio decisamente brillante è stato concesso: “… importante non sono soltanto i risultati economici, ma vincere e sono sei anni che facciamo fatica pur avendo i piloti migliori, box di qualità e ingegneri veramente bravi… mi dà un enorme fastidio è vedere gente in 7° e 12° posizione”.
Meno che niente contano parole come “io e Luca siamo grandi amici” e i meriti di certo accumulati da Montezemolo nei suoi 23 anni di vita all’interno del (fu) Gruppo Fiat e della famiglia Agnelli. Oggi la Ferrari è parte della nuova realtà sovranazionale e in pratica americana FCA che tra poche settimane sarà quotata a Wall Street. “Siamo tutti al servizio dell’Azienda – ha continuato Marchionne – vale anche per me e per tutti”. Da qui la conclusione che non lascia spazio a interpretazioni. “Nessuno è indispensabile”.
Dopo la gloriosa e irripetibile era di Enzo Ferrari e la lunga stagione di Montezemolo comincerà quindi il tempo di una Ferrari “meno italiana” e più strettamente inserita nell’orbita americana di FCA che, giova ricordarlo, la controlla al 90% (il rimanente 10% è nelle mano del figlio del Drake Piero Lardi) e di cui Marchionne è A.D. Sarà quindi lui il vero controllore del Cavallino, a prescindere da chi vorrà mettere operativamente in sella.