Fiat: gli investimenti a Melfi

Tanto tuonò che piovve ed è una pioggia benefica.

21 Dec 2012 motorpad.it
Fiat: gli investimenti a Melfi
Tanto tuonò che piovve ed è una pioggia benefica. Partono, finalmente chiari e ben definiti, gli investimenti - un miliardo di euro - sull’impianto di Melfi e l’evento è giustamente sottolineato dalla presenza del Presidente del Consiglio Mario Monti che sarà pure in scadenza di mandato ma che, mettendo in campo contemporaneamente la sua candidatura, ci mette in qualche modo la faccia e, quindi un impegno concreto.
In Basilicata nasceranno la Jeep che questa volta attraversa l’Atlantico portando lavoro. Lo storico e prestigioso marchio campeggerà non su un solo modello, ma sua una famiglia di mini SUV; sulle stesse linee sarà poi assemblata la 500X che, a sua volta, andrà ad arricchire la gamma sempre più autonoma e corposa, della nuova 500.
 
Una volta di più, dunque, Marchionne e John Elkann hanno preso in contropiede l’industria automobilistica europea che, di questi tempi, non solo sembra guardarsi bene dall’investire, ma è in fase di dolorose ristrutturazioni. Si comprendono bene, pertanto, le realistiche dichiarazioni del Presidente di Fiat “si tratta di una svolta epocale” per un impianto che correva seri rischi di chiusura e dell’A.D. “non sarà una sfida facile”. E non lo sarà soprattutto anche sui mercati dell’export verso i quali Fiat punta con decisione anche con le produzioni di Mirafiori e Cassino, quelle attuali e quelle che vi sono programmate.
 
L’occasione è stata anche utile per rispondere alle critiche di chi sostiene che gli accordi con Chrysler finiscono, in pratica, per togliere lavoro agli impianti italiani, e su questo John Elkan è stato chiaro: “senza Chrysler tutto questo non sarebbe possibile” visto anche che, come ha ricordato, quest’anno Fiat perderà ancora, in Europa, 700 milioni di euro.
I meccanismi degli investimenti si sono insomma messi in movimento e le incognite, per non dire dei rischi, di certo non mancano, così come le difficoltà del mercato e, in generale, del Paese. Ma proprio per questo, come non sottolineare il valore concreto e simbolico di quanto è successo a Melfi
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