I piani di Marchionne
Cose sempre di grande interesse le frasi dette da Marchionne nel suo intervento a Milano e nella telefonata a Mario Monti.
La prima è quella che tutti attendevano dopo la bufera e le apprensioni suscitate dl ritiro del piano Fabbrica Italia e cioè “”…abbiamo scelto di scommettere sull’Europa” e “…investiremo in tutti gli stabilimenti italiani” e quindi nessuna delle temute chiusure di uno o più dei cinque impianti nel nostro Paese. Ancora non è definito quanto, di questi investimenti, e quando, arriveranno a Mirafiori, mentre è in linea di partenza quello previsto per Melfi.
Conseguenza diretta di questa scelta è che, entro il 2015, tutti i lavoratori Fiat saranno riassorbiti. Per molti ci sarà dunque ancora da aspettare, ma almeno una prospettiva certa è indicata, anche perché la previsione del recupero è stata rafforzata da un’altra importante affermazione, quella cioè che se si dovesse chiudere un impianto in Italia “…dovrei aprirne un'altra da un’altra parte”.
Passando ai numeri illustrati ed approvati ieri il terzo trimestre del Gruppo Fiat-Chrysler chiude con ricavi saliti a 20,4 miliardi (+16%) e un utile salito da 112 a 20,4 milioni di euro, cifra che porta il consuntivo dei novi mesi a un miliardo. Risultato senza dubbio importante ma nel quale c’è l’aspetto negativo che senza Chrysler resta una perdita di 800 milioni tutta di origine europea. Il pareggio quindi non si realizzerà prima del 2015/2016.
Da qui un aumento del debito da 54,4 a 6,7 miliardi e la caduta in Borsa che si è puntualmente verificata.
Sul piano puramente industriale Marchionne ha confermato il piano per 17 nuovi modelli entro il 2016, molti dei quali orientati verso la fascia alta della gamma che assicura maggiori margini. Viene così confermata, tra l’altro, un'ammiraglia con marchio Alfa Romeo che punterà molto anche sui mercati dell’export secondo la strategia generale annunciata di produrre in Europa e quindi anche in Italia per cercare nuovi spazi commerciali all’estero. In questa ottica un’importanza particolare rivestirà il marchio Maserati ai quali si aggiungeranno un SUV a trazione integrale, un modello Jeep concepito in Europa ma che prenderà anche la via degli USA.
Di particolare importanza la decisione di trasformale la Panda e la 500 in brand indipendenti, mentre per Lancia si annuncia un declino generalizzato che confinerà la marca nella fascia della Ypsilon. Non mancheranno i rimpianti.