L'ex sindaco di Milano Tognoli scrive a Pisapia sui blocchi del traffico
Ieri il sindaco di Milano Pisapia ha ricevuto una lettera spedita da Carlo Tognoli sulla politica dei trasporti ed in particolare sui ripetuti blocchi del traffico che da qualche tempo stanno diventando un appuntamento frequente quanto discusso per i
Riportiamo per intero la lettera della quale condividiamo il merito ed i contenuti. Speriamo che adesso si apra un dibattito serio sull'argomento e non solo ideologico, dibattito per il quale ci dichiariamo disponibili.
LETTERA APERTA A PISAPIA E MARAN
Giovedì 22 Dicembre 2011 09:48
Caro sindaco Pisapia e caro assessore Maran,
dopo anni di fiera equidistanza, all’ultimo ballottaggio abbiamo tifato per voi. Proprio per questo ci dispiace vedervi masochisticamente impantanati in una questione – quella dell’inquinamento atmosferico – che la razionalità politica consiglierebbe di affrontare in maniera del tutto diversa.
Innanzitutto, iniziamo col dire che il particolato - di qualunque grandezza - non è stato inventato dalle centraline che lo misurano, ma esiste in natura. Questa constatazione, ovvia nella sua banalità, sembra non essere stata particolarmente metabolizzata dai vostri toni nel dibattito. Anche se i fattori entropici (cioè , quelli prodotti dall’uomo) sono solo una parte della causa delle polveri, tuttavia, se si consulta il sito dell’Arpa e si guardano le serie storiche di lungo periodo (trent’anni, non trenta giorni), allora viene proprio la voglia di essere orgogliosi. Tutti gli inquinanti - comprese le polveri sottili – sono in costante miglioramento da almeno 25 anni. Questo, ovviamente, dipende in piccola parte dagli amministratori pubblici e in gran parte dai processi di deindustrializzazione, dall’aver adottato tecnologie di salvaguardia ambientale e dall’aver tutti insieme messo in atto pratiche sociali ecologiche. Se così è (e francamente è difficile vederla – sul piano logico – in altra maniera), perché vi volete “impiccare politicamente” a una logica emergenziale che non ha proprio nulla di reale, se non il chiacchiericcio superficiale da talk show e le paturnie delle mamme antismog?
Certo, l’aria di Milano non è fantastica e l’esito dei recenti referendum obbliga gli amministratori a un impegno ancor più forte per mantenere quel trend di miglioramento che tutte le statistiche dimostrano. Tutto questo, però, è una sorta di “stato di natura” con cui fare i conti, poichè Milano è fondata sulla mobilità degli scambi e non su i bagni in mare, le passeggiate in collina o le discese sulle piste da sci. Milano è Milano! Chi amministra la città ha il dovere di uno “sguardo complessivo” sulle cose. Se è vero che la zia ha tutto il diritto di ritenere che il nipotino tossisca per lo smog, tuttavia, voi avete il dovere di far prevalere la razionalità che la politica trae dall’osservazione dei numeri e dei bisogni, oltre che delle percezioni sociali.
I milanesi vivono di mobilità, ma sarebbero anche disposti a seguirvi nei sacrifici, sempre che voi li chiediate per il problema che si sta sempre più aggravando, cioè la velocità degli spostamenti ormai prossima alla paralisi. La città, invece, non vi può seguire in quella ritualità del “tutti a piedi” (rito per rito, allora meglio la “danza della pioggia”…) che lascia il tema dell’aria - come dimostrato dall’esito dei due giorni di stop - del tutto inalterato nelle sue dinamiche di lento e strutturale miglioramento. Bloccare la mobilità di Milano è come togliere la borraccia a chi deve affrontare il deserto, pensando di alleggerirlo di un peso: è molto più di un errore! Per fare cosa poi, per mandare i cittadini a respirare aria buona in metropolitana dove – come certificato da un’indagine Arpa del 2010 ordinata dalla Procura di Milano – il livello di Pm10 è tra le 8 e le 10 volte superiore che in superficie?
No, qui occorre riprendere in mano il bandolo della matassa. Se è giusto e sacrosanto chiedere un sacrificio ai cittadini e uno sforzo ai centri pensanti della città , tuttavia, occorre farlo per il problema – drammatico per una città che vive di scambi – di una mobilità fisica sempre più difficile e rallentata. Ma attenzione: non ci si può accontentare della solita litania sui mezzi pubblici . Servono chiavi di lettura più avanzate e risolutive per giungere ad una mobilità fisica agevole e far si che, nel tempo, la mobilità assuma una dimensione prevalentemente connettiva. Naturalmente, poi, la capacità di affrontare adeguatamente il tema della mobilità determina anche un miglioramento dell’aria, ma le porte vanno prese dal verso giusto, altrimenti si rischia di sbatterci contro la faccia.
Con affetto
Carlo Tognoli
Sindaco di Milano dal 1976 al 1986