La CORVETTE e la sua STORIA

Nessun luogo ed evento è stato obiettivamente più adatto del Salone di Detroit per lanciare la nuova Corvette Stingray chiamata anche a celebrare il 60° anniversario della Chevrolet Corvette e a rinnovarne il ruolo di icona indiscussa di quelle “musc

17 Jan 2013 motorpad.it
La CORVETTE e la sua STORIA
Nessun luogo ed evento è stato obiettivamente più adatto del Salone di Detroit per lanciare la nuova Corvette Stingray chiamata anche a celebrare il 60° anniversario della Chevrolet Corvette e a rinnovarne il ruolo di icona indiscussa di quelle “muscle car” che occupano un posto importante nella storia dell’auto non solo americana e nel cuore degli appassionati.
 
Nasce, la mitica Corvette, regina di tanti film, di tanta letteratura “on the road” e di grandi imprese sportive a Sebring, Le Mans, nelle gare SCCA e IMSA, il 17 gennaio 1953 mettendo scompiglio al General Motors Motorama Exposition al New York City’s Waldorf Astoria Hotel e diventa immediatamente quella che si definisce una “istant classic car” con la sigla EX122 C1. Il modello ha una mission precisa: smentire che le Chevrolet siano auto lente e senz’anima. Il compito è affidato a Edward Cole che sfida senza alcun timore reverenziale le vetture sportive aperte più in voga del momento in maggioranza di origine tedesca o inglese, Mercedes e Jaguar su tutte. La linea è subito molto personale, con parti della carrozzeria in fibra di vetro e il motore è un V6 “Blue Flame" da 150 CV; fino al 1954 la tinta di carrozzeria sarà solo blanc Polo sostituito nel 1955 dal mitico "Small Block" V8 da 228 CV. Nel 1956 la rivoluzione stilistica che caratterizzerà a lungo lo stile, cioè la tipica scalfatura concava in colore contrastante che percorre la fiancata e la proposta di un tetto rigido amovibile. Nel 1960 la produzione arriva a 10.000 esemplari. 
 
La seconda generazione arriva nel 1963 dopo che diversi interventi hanno modificato la linea specie nel frontale con i doppi fari e nella parte posteriore; variano anche le cilindrate e le potenze dei motori vanno da 253 a 365 CV.
Nasce la Sting Ray (scritto separato) radicalmente ridisegnata su linee più tese e spigolose e con motore da 380 CV e la doppia carrozzeria, roadster e coupé. Lo stile è firmato da  Bill Mitchell. Vengono introdotte le sospensioni posteriori indipendenti. Con La Chevrolet fortemente impegnata nelle competizioni sportive la Corvette in versione Gran Sport con 600 CV sotto il cofano intende anche sfidare le Ferrari e le Ford Cobra alla 24 Ore di Le Mans, ma la GM esce dalle competizioni e il poderoso motore con le caratteristiche testate “a porcospino” va in produzione con cilindrata portata a 6.500 cc e 425 CV. Poi passerà a 7.000 cc con potenza mai dichiarata. Decisive le migliorie al telaio e ai freni per la prima volta in USA del tipo a disco.
 
Nel 1968 la Corvette perde il nome Sting Ray, non certo le caratteristiche fortemente sportive del modello che vengono sottolineate dal campione olimpico Jean-Claude Killy coinvolto nel lancio della nuova serie. Il motore sale ancora, fino a 7.400 cc nel 1970, con 390/465 CV della Stingray (scritto in una parola sola). Notevoli, negli anni, i miglioramenti sul peso della vattura. Le norme federali sul contenimento dei consumi del 1978/79 impongono importanti interventi per ridurre il peso e la potenza del motore (192 e 230 CV) mentre sono di minor rilievo le modifiche alla linea.
E’ ancora più leggera la Corvette del 1981 che recupera ben 225 kg.
 
Tempi nuovi nel 1983, con problemi nuovi e con una generale caduta di interesse per le tipiche vetture sportive americane anche per ragioni di costo e per la concorrenza di altri prodotti come la Mazda RX-7, la Porsche 924 e 928 e la Datsun Z. Il nuovo responsabile del progetto Corvette David McLellan e dello stile Jerry Palmer introducono il concetto che “la funzione crea la forma” fondamentale per ridare competitività alla vettura.
 
Vengono reimpostate la posizione dei pesi, la distribuzione degli spazi (il famoso “punto T”) e l’altezza dal suolo e sono fondamentali i miglioramenti aerodinamici e quelli realtivi agli pneumatici (i Goodyear Eagle VR 50) per velocità superiori a 210 km/h. Il nuovo corso è interpretato dalla C4 dell’84 con motore “Small Block” di 5.700 cc da 205 e poi 235 e 245 CV, sospensioni sofisticate a quadrilateri deformabili e un disegno decisamente elegante.
 
Nel 1989 alla versione base si affianca la Z1 con motore bialbero in alluminio da 375 sviluppato in collaborazione con Lotus che fa riconquistare lla Corvette i 300 km/h di velocità massima; crescerà ancora di potenza fino a 411 CV.
La C4 esce di scena  con la Gran Sport e cede il posto nel 1997 alla C5 che porta ulteriormente in avanti lo sviluppo tecnico generale e nel 2000 la Corvette riprende la sua carriera sportiva con la C5R che vince anche le 24 Ore di Le Mans nel 2001 e il campionato americano GTS.
 
Nel 2003 la Corvette taglia il traguardo del mezzo secolo con un motore LS6 da 411 CV record di potenza per un due valvole aste e bilancieri. Per pura sfortuna non si ripete la vittoria a Le Mans.
 
La C6 Z06 fa il suo esordio nel 2006 nelle versioni con motore V8 di 6.200 cc da 321 kW-436 per Coupé e Gran Coupé Sport e da 7.000 cc,  377 kW-512 CV per la Z06 o 476 kW-647 CV per la ZR1. La struttura è in alluminio e la pannellatura in fibra di carbonio. E siamo ai giorni nostri con la nuova Stingray.
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