LA FIAT IN ITALIA
L’affondo di Marchionne, Amministratore Delegato di Fiat, è venuto durante l’intervista televisiva di Fabio Fazio a “Che tempo che fa” ed è stato subito tempo di tempesta.
L’attacco è continuato respingendo l’accusa secondo la quale Fiat ha sempre goduto di aiuti dallo Stato e denunciando con forza i gravi problemi di un’Italia al 139° posto nella classifica per l’efficienza del lavoro e al 48° per la competitività del sistema industriale.
Non ha risparmiato inoltre i sindacati, in particolare la CGIL FIOM che, raccogliendo soltanto il 12% dei lavoratori Fiat, non può pretendere di rappresentarli nelle trattative.
Problemi reali e affermazioni in parte anche condivisibili, ma alle quali il mondo del lavoro e della politica ha immediatamente reagito chiamando giustamente in causa non solo il periodo di gestione della Fiat da parte di Marchionne, ma l’intera storia del Gruppo industriale e delle relazioni industriali.
Resta il fatto che al mutare degli scenari mondiali e in tempi di globalizzazione diventa sempre più difficile ragionare su orizzonti ristretti all’Europa e, ancor meno, alla sola Italia dove anche i rapporti di forza tra impresa e sindacato sono, inevitabilmente, destinati a mutare. Non rendersene conto ed arroccarsi su situazioni superate è solo un modo per accelerare il declino.