Land Rover Defender
Land Rover Defender, anno 2016, fine produzione: un glorioso viale del tramonto .
Pare proprio che il Defender sia molto vicino al capolinea.
Il Gruppo Jaguar Land Rover ha stabilito che a gennaio 2016 in fondo alla catena di montaggio si accenderà la luce di stop, dopo 68 anni di produzione e 2 milioni di esemplari costruiti.
Un modello socialmente trasversale, dal 1948 ha prestato servizio presso la casa reale così come nelle fattorie e nei pascoli, nella realtà di molti conflitti e nella fiction di Lara Croft.
Continuamente evoluto, il suo design è sempre rimasto fedele a se stesso: parabrezza piatto, tetto abbastanza robusto da poterci caricare ben più di un baule, la ruota di scorta appesa dietro. E naturalmente la carrozzeria in lega leggera, quel “Permabright” in origine utilizzato perché alla fine della guerra di acciaio non ce n’era proprio. E che fu la sua fortuna, perché non arrugginiva nemmeno dopo decenni.
I motivi del “phase out” sono molti. Si va dalla sicurezza nei confronti dei pedoni, che con quel muso di metallo squadrato non andava più tanto d’accordo. Poi le emissioni, che per quanto in regola con la normativa, nel bilancio complessivo dei modelli del gruppo rovinavano po’ la media.
E poi quel suo simpatico snobismo, fatto di rinuncia ai touchscreen, alla connettività, al proliferare di airbag e di ausili elettronici vari alla guida, lo hanno a poco a poco messo fuori gioco (con vendite annuali scese a 20.000 pezzi, contro il picco di 56.000 negli Anni 70). Del resto, col prezzo a cui è presente a listino, all’ufficio contabilità hanno sempre ritenuto che non c’era margine economico di manovra per aggiungere certe “diavolerie”.
Dalla casa madre, anche fra coloro che impararono a guidare proprio su una Land Rover, si afferma che è ora di aprire un nuovo capitolo, di procedere con un modello completamente inedito. Come sarà fatto non si sa ancora, ma che ci sarà è certo.
E ciò a maggior ragione considerando che il mercato dei SUV dovrebbe crescere del 37% entro il 2018. Una golosa torta alla quale Land Rover non vuole affatto rinunciare, senza tradire i clienti professionali, e conquistando nel contempo chi acquista soprattutto dando valore all’autenticità.
Land Rover si troverà a combattere una battaglia a tutto campo, con FCA a proporre entry level come la Renegade da un lato e blasonati marchi come Maserati e Bentley a contenderle il ruolo di regina detenuto con la gamma Ranger Rover.
Il know how a Land Rover non manca, e nemmeno I fondi per svilupparlo ulteriormente, grazie alla ricca Tata.
L’importante è che il futuro Defender (ammesso che si chiamerà così) mantenga lo spirito “go-anywhere, do anything” che l’ha reso famoso in tutto il mondo, giusto con un pizzico di mondanità in più.
Nel mondo dell’auto, i successi di Wrangler, Mini e 500 hanno mostrato come la ricetta di mantenersi fedeli a un certo spirito originale finora abbia funzionato. Contiamo che possa valere anche per la futura “Land”.