Matthias Müller Ceo Volkswagen
“La crisi colpirà tutti”
Altro che parole rassicuranti e di speranza, ma un brutale e diretto:” …la crisi colpirà tutti e i cambiamenti saranno dolorosi e colpiranno tutti, lavoratori e managers”. E’ questo il messaggio centrale, e in fondo inevitabile, del discorso del nuovo CEO del Gruppo VW, Matthias Müller, carica cui è stato chiamato proveniendo da analoga posizione in Porsche.
Lacrime e sangue, dunque, in arrivo a tutti i livelli per danni “non ancora quantificabili nell’entità e sul futuro dell’Azienda dove “ … le conseguenze finanziarie e il business non sono ancora chiari con tutti gli investimenti in programma sottoposti a verifica” e a rischio di lunga posticipazione o addirittura cancellazione.
A complicare maledettamente le cose e le prospettive c’è da registrare anche la posizione del ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble che si è perfino sbilanciato ad ipotizzare la sopravvivenza stessa dell’Azienda. E continua a piovere sul bagnato con le accuse del giornale Welt che torna sulla sua convinzione che il Governo tedesco fosse al corrente della manipolazione dei dati sulle emissioni.
Sono basi più che sufficienti per alimentare continuamente polemiche e prese di posizione da parte di molti commentatori più o meno documentati sui fatti e ancor meno credibili nei rimedi. Servirebbe invece, e al più presto, una presa di posizione ufficiale da parte di una autorità politica sovranazionale, quindi almeno europea, che definisca in modo chiaro e chiaramente controllabile, le regole del gioco, le modalità cioè dei nuovi controlli validi “erga omnes”, che indichi cosa, tra tutto quello che esce dal tubo di scappamento di un auto, è veramente inquinante e in che misura. Ed anche se i tanto auspicati test stradali sono una garanzia di efficacia o non si prestano, anche loro, a manipolazioni o interpretazioni di comodo.
Tutto il resto altro non è che chiacchere, ricerca di visibilità da parte della politica e disorganizzazione di una Europa che, una volta di più, non sa affrontare un serissimo problema europeo con una soluzione e visione che nei fatti arrivi a smentire l’allarme di Matthias Müller.
Lo ha ben capito la sveglissima Merkel che, dopo aver sostenuto (come è in fondo logico e doveroso da parte di un Governo) una importantissima industria nazionale, interviene pesantemente nella questione da Strasburgo ha in pratica impegnato il suo governo e l’Europa ad evitare che “…questo caso (il dieselgate) possa maledire tutta l’industria dell’auto mettendo in pericolo migliaia di posti di lavoro”. Intanto, però, sono iniziate perquisizioni della Polizia negli uffici di Wolfbourg, in altri impianti della Casa e addirittura in alcune case di dipendenti; cosa non certo utile all’immagine VW.
La risposta è sicuramente la presentazione di un piano - credibile - di richiamo degli 11 milioni di sue vetture coinvolte. Operazione che avrà inizio a gennaio per terminare a fine anno.
Ci sarà poi anche un piano di recupero delle quotazioni di borsa, ammettendo indirettamente, come sosteniamo, che la speculazione finanziaria non ha certo perso l’occasione per le sue manovre. In Borsa il titolo VW sembra aver cominciato un recupero (per ora del 7% circa) che di certo ha giovato, e molto, anche agli interessi degli investitoti specializzati.
Infine ruolo importante dovrà ricoprire una rigida “spending revue” interna attraverso la quale recuperare risorse per investimenti. E quale effetti potrebbe avere sugli investimenti in Itlia dove sono prodotti molte componenti delle auto tedesche è stimato in un miliardo di Euro. .