OPEL AMPERA
Arriverà sul mercato in autunno con un carico di aspettative decisamente ambizioso al quale, in tutta franchezza, ci sembra si oppongano seri motivi di perplessità che, diciamolo subito, non attengono al valore tecnico del progetto.
Parliamo della Ampera, la proposta di auto elettrica di Opel. E’ del tipo “Range Extender” che definisce quel tipo di auto a propulsione elettrica (o ibrida?) in cui un motore termico convenzionale, nello specifico un 1.400 cc, funziona non per dare il moto alle ruote, ma come generatore, per caricare la batteria del motore elettrico, che in questo caso esprime 150 CV.
In sostanza fin che la batteria è carica al 50% e per una
sessantina di km (ma solo nelle più favorevoli condizioni d’uso, quindi senza condizionatore, fari accesi, spunti velocistici, ecc) il veicolo marcia in modalità elettrica, poi entra in funzione il generatore che mantiene la carica residua per altri 500 km consumando quindi benzina.
La carica si completa poi ricorrendo ad una normale presa domestica. Senza essere un fulmine di guerra (ma con uno spunto in partenza brillante) la dinamica di marcia è più che accettabile, e la guida assolutamente normale.
Ma qui cominciano i “guai”.
Per cominciare l’Ampera è, giudizio ovviamente personale ed opinabile, tutto tranne che una bella vettura e contraddice alla prima motivazione d’acquisto, quella di una linea piacevole. Colpa di quel frontale con i due giganteschi “boomerang” dei gruppi ottici frontali difficili da digerire anche in nome di una ricerca esasperata di visibilità e di riconoscibilità.
Non a caso la Volt, il modello gemello della Chevrolet, è decisamente più gradevole e costa anche circa 1.000 euro di meno.
C’è poi da mettere in conto un’omologazione per soli 4 posti nonostante un ingombro di 4,40 metri da berlina media. Infine il prezzo di vendita è fissato in 42.900
euro, cifra che evidentemente punta ad essere abbassata grazie a incentivi di cui, con i chiari di luna della nostra economia, proprio non si vede traccia.
Resta poi da calcolare con esattezza il costo reale della carica elettrica. Insomma un futuro quantomeno ricco di incertezze che rischiano di confinare questo modello (e molti simili) ancora per molto tempo nel limbo delle belle promesse.