Suzuki Jimny una storia lunga più di 50 anni e 4 generazioni

29 Jul 2021 Paolo Pirovano
Suzuki Jimny una storia lunga più di 50 anni e 4 generazioni

Un fuoristrada compatto che possa affrontare strade dissestate e raggiungere luoghi prima irraggiungibili, questo il concetto su cui ha lavorato Suzuki per realizzare il Jimny. Una storia che inizia più di 50 anni fa con gli studi sui veicoli 4x4 che sono partiti negli anni sessanta ed il risultato di questa fase di progettazione si è concrettizzato nel 1970, con la presentazione della prima fuoristrada compatta.

Un modello che ha rivoluzionato tutte le teorie fino a quel momento presenti perché nessuno aveva mai pensato di realizzare una offroad dalle dimensioni contenute ma capace di prestazioni incredibili sui terreni più difficili e impervi. Tutto tenendo conto dei vincoli progettuali tipici delle mini car, sfruttando al massimo il corpo vettura per creare un veicolo agile ed in grado di muoversi in spazi ristretti, cosa che i fuoristrada dell’epoca, di grandi dimensioni e cilindrata elevate, non potevano affrontare. Un mezzo per il tempo libero e per il lavoro, che nelle quattro generazioni in cui si è sviluppato, ha sempre mantenuto fede ai suoi concetti fondamentali di compattezza, leggerezza, facilità di utilizzo e doti 4x4.

La prima generazione del “Suzukino” viene commercializzata in Giappone nel mese di marzo 1970, ed è identificata dalla sigla LJ10. I test però sono iniziati già nel 1968 con una serie di prove impegnative come quelle di caduta da un metro di altezza per verificare la robustezza del telaio e quelle di resistenza sulle sabbie vulcaniche del monte Fuji.

Sviluppato principalmente per un uso professionale, è una vettura 3 posti, del peso di soli 600 kg, con un passo di 1,93 mt, con telaio a traliccio, marce ridotte e assali rigidi, molle a balestra e capote in tela con chiusure lampo. Come motore un bicilindrico due tempi raffreddato ad aria da 360 cc, in grado di erogare 25 CV.

Nel 1972 arriva l’evoluzione LJ20 che porta il raffreddamento ad acqua per il motore, aggiunge la carrozzeria chiusa ed un sistema di riscaldamento più efficace, per la forte domanda dalle regioni con clima rigido. Dopo il successo interno nel 1974 inizia l’esportazione in Centro-Sud America, Medio Oriente e Oceania del nuovo LJ50, che passa a un tre cilindri due tempi raffreddato ad acqua da 550 cc. Il successo delle esportazioni porta all’ultima versione nel 1977, la LJ80 dotato di un quattro cilindri a 4 tempi, raffreddato a liquido da 800 cc e 41 CV. Per questa versione viene rivisto il design con passaruota più larghi e sporgenti ed un cofano più alto per ospitare il nuovo propulsore, il primo 4 tempi della casa di Hamamatsu. La serie LJ viene venduta in 109 nazioni, per un totale di 243 mila unità.

Dopo 11 anni dal lancio, nel 1981, nasce la seconda serie SJ410, sviluppata per affrontare le richieste del mercato globale, in particolare di Stati Uniti ed Europa. Rimane sempre adatto sia all’off-road sia all’ambiente urbano, diventando più confortevole e con spazi interni sfruttabili. Non dimentica l’eredità fuoristradistica, mantenendo le molle a balestra e sotto il cofano il nuovo 4 cilindri 1.000 cc da 45 CV.

La cilindrata sale ancora nel 1984 con l’SJ413 di 1.3 lt con basamento in alluminio, all’epoca il motore più grande nella gamma Suzuki. Un vero successo di vendite considerando che delle 10.000 unità prodotte mensilmente in Giappone, ben 7.000 sono destinate all’export. Su questo modello troviamo il servosterzo, il cambio a 5 marce e le molle elicoidali e le sospensioni con 3 punti di ancoraggio.

In più propone specifiche varianti per i diversi mercati, come il tetto in tela, il passo allungato, la carreggiata allargata e la carrozzeria pick-up ed è prodotto oltre che in Giappone anche in Spagna e in India e commercializzato con differenti nomi come Samurai, Santana, Sierra e Caribian. La seconda generazione di Jimny arriva ad essere prodotta in 1.693.000 esemplari.

Il 1998 vede il debutto della terza generazione di Jimny che si presenta ridisegnato negli esterni con una carrozzeria arrotondata per migliorare l’aerodinamica, mantenendo però i tratti tipici come la griglia con feritoie verticali.

Il telaio a traliccio e le sospensioni ad assale rigido con 3 punti di ancoraggio vengono rivisti per prestazioni off-road più elevate, ma migliora anche la guida su strada. Il nuovo sistema 4x4 Allgrip consente invece il passaggio da due a quattro ruote motrici senza necessità di arrestare il veicolo. È venduta per 20 anni, arrivando a realizzare 918.000 unità.

Arriviamo così al 2018 quando Jimny si evolve ancora una volta e la quarta generazione continua lo spirito e la filosofia del fuoristrada compatto e leggero.

Eredita il robusto telaio a traliccio, il sistema Allgrip Pro con marce ridotte e gli assali rigidi con tre punti di ancoraggio; gli interni sono semplici, pratici e progettati per resistere all’uso più intenso. Il nuovo motore è un 1.5 lt che garantisce maggiore efficienza e l’aumento di cilindrata e sono accompagnati da una riduzione degli ingombri e del peso. L’ultimo aggiornamento vede la versione Pro con omologazione N1 per chi deve lavorare.

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