Un'opera che nessuno vuole, ma che si farà
Neanche i ciclisti, giustamente, vogliono una pista pericolosa, inutile e costosa
Sgombriamo subito il campo da eventuali equivoci: le piste ciclabili sono utili, anzi utilissime per la sicurezza e lo snellimento del traffico e per la qualità dell'aria che si respira in città. Lo sanno bene anche gli automobilisti che, se qualcosa hanno da obiettare a questo proposito, questo riguarda unicamente i criteri di realizzazione e di posizionamento di queste importanti strutture.
Chiarisce in modo esemplare il problema il caso tutto milanese, ma riscontrabile anche in altre città, della pista ciclabile in allestimento lungo la viale Tunisia.
Strano a dirsi (ma poi mica tanto perché di buon senso ne circola ancora tanto in città nonostante l'Amministrazione comunale troppo spesso se ne dimentichi) nessuno la vuole. Neanche i ciclisti ai quali dovrebbe essere, per definizione, destinata.
Si sono espressi per il rifiuto molti cittadini, le associazioni del commercio e produttive della zona e addirittura, incredibile ma vero, i più attivi e responsabili gruppi di ciclisti organizzati come Fiab Ciclobby e Salvaciclisti. Un giudizio tranciante il loro e di grande onestà intellettuale: “…una follia economica che soddisfa solo progettisti e ditte appaltatrici”. Più chiaro di così! E a pensar male si fa peccato ma… con tutto quello che segue.
I motivi dell'opposizione al progetto sono di estrema chiarezza e concretezza: mancanza di sicurezza, costi incredibilmente alti (800.000 euro/km invece dei 300.000 normali), traffico più complicato invece che più fluido.
Ragioni che tutti hanno capito ed evidenziato ad una Amministrazione che, una volta di più, è sorda alle segnalazioni ed alle raccomandazioni della cittadinanza come dimostrano gli innumerevoli esempi di degrado urbano che, pur sistematicamente segnalati restano regolarmente ignorati e privi di soluzioni; a questo si aggiunge lo scempio tutto ideologico di luoghi simbolo della città come Pza Castello, in attesa che analoga violenza venga riservata anche a Pza del Duomo.
Ricordiamo ai suddetti amministratori che tra i loro doveri c'è quello primario della trasparenza e del coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni che li riguardano più da vicino nella loro vita quotidiana. La città non può e non deve essere un feudo di qualcuno, su cui intervenire per mero schieramento ideologico o manifestazione di potere.